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L’11 maggio 1395 è la data della costituzione ufficiale del Ducato di Milano. Conseguentemente è anche la Festa del Ducale visconteo, il vessillo insubre.

E’ il giorno in cui Gian Galeazzo Visconti, già vicario imperiale e signore della capitale lombarda, ottenne il titolo di Duca di Milano mediante diploma imperiale da Venceslao di Lussemburgo.

Il Ducato formalmente, era parte del Sacro Romano Impero, ma era di fatto indipendente.

La celebrazione ufficiale della nomina, verrà poi officiata il 5 settembre dello stesso anno. Al diploma imperiale del 1395, seguì un secondo documento datato 13 ottobre 1396 con il quale furono estesi i poteri ducali a tutti i domini viscontei, e nei centri più significativi del ducato.

Nella stessa occasione dell’11 maggio, Galeazzo Visconti acquisì anche il diritto di inquartare il Biscione visconteo con l’Aquila imperiale, nella nuova bandiera ducale, dando così origine al vessillo insubre.  “Inquartato, nel primo e nel quarto, d’oro all’aquila abbassata di nero, lampassata di rosso e coronata del campo; nel secondo e nel terzo, d’argento alla biscia d’azzurro ondeggiante in palo e coronata d’oro, ingolante un moro di carnagione”. L’emblema dell’Aquila fu mantenuto come pegno di fedeltà degli Sforza all’imperatore del Sacro Romano Impero. Anche gli Sforza, che succedettero poi ai Visconti, mantennero il Biscione visconteo, in quanto vanto di antica signoria e riconferma del ruolo di signori di Milano, volendo dimostrare di essere i legittimi successori.

I Visconti erano i signori di Massino, a metà strada tra Arona e Stresa, luogo strategico sulle alture occidentali del lago Maggiore, da dove potevano dominare tutto e tutti, soprattutto i traffici via acqua e via terra con il passaggio dall’Ossola e dal Sempione. Risultano presenti a Massino e dintorni già dal XII secolo come vassalli arcivescovili. Il nome della famiglia deriva dal latino vice comitis, che significa “vice conti”, vice – colui che fa le veci e conti – omites (con-te) indicava colui che stava con qualcuno, cioè con l’imperatore, per i Visconti con l’imperatore del Sacro Romano Impero.

La storia di Milano e quella dei Visconti, s’intreccia già nei primi anni del 200′ quando Milano città comunale vide il breve passaggio dei Della Torre, come signori del capoluogo lombardo.

Milano era già sede di un’importante, influente e autonoma chiesa metropolitana che estendeva la sua autorità religiosa, politica e finanziaria alle diocesi e città vicine, oltre ad essere già una riconosciuta potenza economica e militare.

Uno fra i primi esponenti viscontei a guidare la città lombarda fu Ottone Visconti, eletto arcivescovo nel 1262 e che sconfiggerà proprio i Della Torre nella battaglia di Desio nel 1277.

Uno dei principali affreschi della battaglia si trova nella Rocca di Angera.

Negli anni successivi i diversi discendenti di Ottone, giunti al governo di Milano allargarono l’area d’influenza viscontea sulle regioni circostanti.

Milano, con l’affermarsi della signoria viscontea, vide accrescere enormemente la propria capacità di espansione, molti comuni si trovarono quasi naturalmente a confluire nel nuovo organismo territoriale per garantirsi la pace, stabilità economica anche se a prezzo della sudditanza politica.

Nel corso della seconda metà del Trecento la signoria viscontea prima con Matteo II, poi Bernabò e quindi Gian Galeazzo, andò espandendo enormemente i propri confini: nel 1350 occupò, per circa cinque anni, Bologna. Nel 1353 toccò a Genova creandosi un importante sbocco sul mare, nel 1359 Pavia e nel 1371 anche, Reggio Emilia. Milano divenne così la capitale di uno Stato esteso, potente e ricco ma aveva bisogno anche di simboli per sancire il proprio ruolo egemone. Gian Galeazzo Visconti volle per la sua città una cattedrale che rivaleggiasse con le maggiori d’Europa, nacque così il Duomo di Milano, la cui costruzione iniziò nel 1386.

Il Duomo di Milano, fu ricoperto interamente in marmo portato, attraverso il Naviglio Grande, dalla cava Candoglia, all’ingresso della Valdossola, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore nei primi possedimenti viscontei.

Ma oltre alle conquiste territoriali, le annessioni, rimaneva sempre il problema politico e amministrativo, poiché il territorio del Ducato si presentava più come una federazione di città, unite dalla sola sudditanza a un’unica dinastia, che come corpo unitario di territori, pronto e convinto a formare un unico regno.

Con la costituzione ufficiale dell’11 maggio 1395, il Ducato era così formato. Aveva come capitale la stessa città di Milano e comprendeva principalmente la Lombardia con l’esclusione del territorio di Mantova, appartenente al casato dei Gonzaga. Si estendeva, seppur in alcuni casi per pochi anni su una zona molto vasta che conserva ancora oggi un’omogeneità, tra Emilia, Liguria, Piemonte, Toscana e Veneto, spingendosi anche nel territorio che corrisponde dell’attuale Cantone Ticino.

Tra i centri più significativi del ducato: Alessandria, Asti, Carrara, Bassano del Grappa, Belluno, Bergamo, Bobbio, Borgo San Donnino (Fidenza), Bormio, Brescia, Crema, Cremona, Como, Feltre, Lodi, Novara, Novi Ligure, Parma, Piacenza, Pontremoli, Reggio nell’Emilia, Riva del Garda, Sarzana, Soncino, Tortona, Vercelli, Verona, Vicenza. Arrivando a conquistare Perugia, Assisi, Siena e Pisa, per breve periodo.

Inoltre fu adottata la primogenitura maschile legittima per la successione dinastica e fu creata la Contea di Pavia, appannaggio dell’erede al trono. Nel 1397 un ulteriore diploma imperiale istituì tra i feudi viscontei la contea di Angera (25 gennaio 1397).

Gian Galeazzo Visconti, morì improvvisamente nel 1402, il Ducato, secondo la consuetudine viscontea, venne nuovamente suddiviso tra i figli: a Giovanni Maria, primogenito, toccarono il titolo ducale, Milano, su cui tale titolo era appoggiato, e le province centrali; a Filippo Maria, col titolo di conte, Pavia, le città piemontesi e venete; a Gabriele Maria, Pisa e le città dell’Italia centrale. I nuovi tre domini, si dimostrarono deboli, e nei primi anni del Quattrocento, si frantumò ulteriormente in diversi stati cittadini e signorie. Nel 1420, dopo circa un ventennio di guerre intestine, Filippo Maria, succeduto, nel 1412, al fratello Giovanni Maria nel titolo ducale, riuscì a riunificare il dominio nelle sue dimensione lombarde.

La crisi dinastica portò molte città a diventare autonome indipendenti, instaurando un regime di governo repubblicano: Milano su tutte, dove venne proclamata la Repubblica Ambrosiana.

Nel 1450, Francesco Sforza riunificò tutti i territori lombardi, rafforzandoli, quattro anni dopo, con la stipulazione della pace di Lodi. Si aprì per il Ducato un periodo di generale ripresa, economica e di consolidamento politico sotto la guida della famiglia Sforza, portando poi all’affermazione di Ludovico il Moro.

Milano resterà città stato, con piena autonomia anche se all’interno del Sacro Romano Impero, fino al 1499 quando divenne la prima delle signorie italiane a cadere sotto gli attacchi espansionistici delle monarchie straniere, prima su tutte la Francia che trasformò per decenni il territorio del ducato, in un campo di battaglia sia per impossessarsi dei territori, sia contro gli Asburgo.

Nel 1500 Ludovico Il Moro viene definitivamente sconfitto.

Le intromissioni francesi vennero interrotte nel 1525 in seguito alla sconfitta di Pavia che vide l’affermazione di Carlo V.

Iniziò così un periodo di dominazioni straniere che durò quasi quattro secoli.