Nel giorno dove si ricorda la Rivoluzione Francese, raccontiamo la vita del re che, con le sue azioni, decise la fine di un mondo…

Luigi XVI nacque a Versailles il 23 agosto 1754 dal delfino di Francia, il principe Luigi e da Maria Giuseppina di Sassonia.

Suo nonno era il re Luigi XV, cui Luigi nel 1774 succedette sul trono di Francia.

La sua infanzia fu serena tra i cerimoniali di corte e l’istruzione dovuta a un bambino del suo rango, che studiava grammatica, storia, geografia, lingue e latino, oltre ai fondamenti di politica internazionale e di economia.

Il padre del sovrano morì nel 1765, quando Luigi aveva undici anni, e nove anni dopo morì anche il nonno.

Luigi a vent’anni sposò Maria Antonietta d’Austria con cui ebbe un rapporto non facile. Il suo compito, delicato e complesso, durante la crisi economica che colpì la Francia in quel periodo lo mise di fronte a difficili decisioni che spesso non riusciva a prendere.

Anche se il regno aveva bisogno di riforme Luigi XVI non riusciva ad appoggiare, con la dovuta energia, i suoi governi e in particolare quelli dei ministri delle finanze Turgot e Necker che avevano ideato delle riforme necessarie a contenere gli sprechi legati ai privilegi delle corte e dell’ aristocrazia.

Malgrado avesse dato l’ordine di riaprire il Parlamento chiuso dal nonno nel 1771, la debolezza del nuovo re nella dialettica instaurata con i deputati mise in poco tempo l’istituzione monarchica in cattiva luce.

Vista la situazione Luigi richiamò al governo il ministro Necker, nell’agosto 1788, convocando come conseguenza gli Stati Generali, con il compito di portare a termine la riforma monetaria.

Ma la sua indecisione gli fece commettere  una serie di gravi errori, soprattutto nei confronti del Terzo stato che proclamò nel giugno 1789 il voto individuale, visto poi dagli storici come una delle principali cause della Rivoluzione.

L’11 luglio 1789 Necker fu licenziato e questo provocò, in una  situazione ormai esasperata e nella giornata del 14 luglio, la presa della Bastiglia.

Nelle settimane successive il re rifiutò di controfirmare la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e di dare inizio alla riforma del regime aristocratico con l’abolizione dei feudi, ciò fece aumentare il malcontento popolare nei primi di ottobre 1789.

A questo punto la monarchia stava dirigendosi verso la controrivoluzione, evento che il re a differenza dei suoi fratelli, il Conte di Provenza e il Conte d’Artois, non desiderava.

Tuttavia i tentativi dei liberali di far approvare delle riforme più libertarie non trovarono un appoggio nella corte e nello stesso monarca.

Il re, incapace di prendere una posizione, decise per la fuga, avvenuta il 25 giugno 1791, facendo sprofondare la monarchia nel ridicolo.

Costretto al giuramento alla Costituzione del 13 settembre 1791, Luigi riprese le sue funzioni che però erano state sospese, rendendolo un prigioniero dello stato.

Ormai in una situazione disperata, il re decise di appoggiare la guerra contro l’Austria nella speranza che l’esercito rivoluzionario perdesse, ma  nel frattempo l’Assemblea legislativa approvò una serie di misure eccezionali che Luigi non controfirmò.

Il 13 agosto 1792 il re fu arrestato con l’accusa di cospirare con gli austriaci e il 21 settembre l’Assemblea nazionale dichiarò la Francia una Repubblica.

Dopo due mesi, il 13 novembre, si aprì il processo al monarca che si difese, ma alla fine fu condannato a morte con 387 voti a favore, contro i 334 per la detenzione.

Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI di Francia fu ghigliottinato nella piazza della Rivoluzione a Parigi.