Questa è una storia vera delle Alpi, della montagna, che racchiude la tenacia e la voglia di chi abita in altura, di continuare a vivere nonostante le avversità e lo spopolamento. Uno sguardo al futuro nel rispetto profondo delle proprie radici millenarie; una storia che insegna.

Viganella è un piccolo borgo alpino posto a 582 slm di circa 200 persone, fuori dal tempo in Valle Introna. Le case con i tetti neri spioventi in pioda, la pittoresca medievale “ca sul Van” con il suo loggiato, il campanile, le meridiane dipinte sui muri, la chiesa pronta per la festa della Candelora per festeggiare il ritorno del sole. Eh sì, il 2 febbraio di ogni anno lì torna il sole.

Viganella, dal 2016 Borgomezzavalle dopo la fusione con Seppiana, si trova in una delle sette valli che partono lateralmente dalla Val d’Ossola, in Piemonte, offre paesaggi incontaminati sulle Alpi Pennine, tranquillità, piccoli laghi alpini, passeggiate nel verde, tra i boschi, per il trekking alpino, tra prodotti tipici e tradizione Walser, proprio ai piedi di del Parco Naturale.

Ha questa curiosa caratteristica di essere senza sole, per ben tre mesi l’anno, perchè si trova in un tratto di valle particolarmente angusto. Questa frazione montana è in una posizione tale che le alte vette alpine, dall’11 novembre al 2 febbraio, ostacolano i raggi del sole lasciando questo territorio in una specie di notte polare, ma priva dello spettacolo dell’aurora boreale.

Il sole con i suoi caldi raggi ricompare dopo tre mesi, non a caso il 2 febbraio, giorno della Madonna della Candelora, festività che ha delle origini pagane molto antiche. Si festeggiano la ricomparsa del sole e la sconfitta delle tenebre che hanno tenuto in ombra il paesino per ottantatre giorni. Non stupisce così che il ritorno della luce, sia celebrato dagli abitanti del paese con una grande festa, che affonda le sue radici in un passato remoto e che negli ultimi anni ha trovato nuova linfa, diventando qualcosa di davvero unico e speciale per l’intera valle e non solo. Per l’occasione ancora oggi le donne anziane del villaggio, ma è stato ripreso negli ultimi anni anche dalle giovani generazioni, indossano i vestiti tradizionali che richiamano la tradizione Walser.

Ma la storia del sole e Viganella nel 1999, ha una svolta degna di Archimede. Durante i lavori che interessarono la meridiana della Chiesa parrocchiale, l’allora sindaco Pier Franco Midali, raccontò allo gnomonista, artista nella costruzione di meridiane, l’architetto Giacomo Bonzani come fosse del tutto inutile estendere il quadrante nei periodi tra novembre e febbraio, vista la totale mancanza di sole. Da questa triste e sconsolata osservazione arrivò l’idea destinata a cambiare le sorti del borgo.

Idea che, grazie al coinvolgimento dell’ingegner Emilio Barlocco, docente presso l’Università di Genova e titolare di un particolare brevetto industriale per l’illuminazione delle gallerie autostradali, modificò la storia del borgo assicurandogli attenzione mediatica.

E così dal 2006 Viganella è balzata alle cronache non solo nazionali ma mondiali, grazie all’innovativa risposta al problema della mancanza di luce, uno specchio solare in vetro e resina di 8 metri per 5, collocato in una zona a monte, a quasi 500 metri di dislivello dalla piazza, sull’Alpe Scagiola permette di aggirare così l’ostacolo della Cresta della Colma, la montagna di oltre duemila metri che metteva in ombra Viganella, il paese che non è, anzi non era baciato dal sole.

L’impianto controllato a distanza da un computer è posto su uno stelo metallico ancorato al suolo grazie a un basamento in cemento armato. Per un costo di circa 100mila Euro; 40 mila versati dalla Provincia e altrettanti dalla Fondazione Comunitaria del VCO.

Lo specchio può dirigere in tempo reale i raggi solari verso i luoghi prestabiliti, come la parte pedonale della piazza principale, la chiesa parrocchiale e il monumento ai caduti e il suo funzionamento è regolato da un computer durante il giorno. Durante la notte lo specchio viene riposizionato, in modo che all’alba possa ripartire nella posizione ottimale, per poi seguire nuovamente il cammino del sole. Il rendimento maggiore dello specchio si ha a mezzogiorno, quando la sua superficie è quasi allineata con la posizione di Viganella.

Lo specchio solare, ha portato il borgo ad apparire spesso su giornali e tv di tutto il globo, infatti, a Rjukan, cittadina norvegese con lo stesso problema di luce, nel 2013 hanno preso ad esempio il piccolo paese della Valle Antrona, realizzando uno specchio pressoché identico per illuminare il centro della piazza. Se ne occupata la BBC, l’americana CNN ha parlato più volte di Viganella, dopo esserci stata il 9 gennaio 2007, in seguito la giornalista Juliet Linley il 21 ottobre 2007 ritirò il Tau d’oro. Anche la comunità scientifica è stata conquistata dal progetto di Viganella al punto da assegnare una nomination al World Technology Award, per la categoria design, all’ex Sindaco Pierfranco Midali, inserito nel contesto della produzione RAI dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Specchio che ha portato tanta notorietà al piccolo borgo, un buon ritorno di marketing territoriale, con ricadute positive anche sul turismo dando nuova vitalità a territorio. Come tanti borghi montani aveva perso abitanti e vitalità. Adesso i vecchi vigneti terrazzati, che erano abbandonati hanno ripreso lentamente vita, accanto ai tipici Rachina vitigno a bacca rosata, il Negrùn o Negrone, a bacca rossa simile al Nebbiolo, si produce il Pinot. Ed è stata avviata anche una produzione sperimentale per la reintroduzione della canapa, un tempo grande risorsa delle famiglie contadine con la speranza di far tornare a vivere la gente nei piccoli paesi grazie alle ritrovate tradizioni e a un ambiente incontaminato che sfrutta anche la tecnologia moderna.