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Paolo Conte, l’avvocato astigiano diventato cantautore, nato il 6 gennaio 1937.

Il cantautore più colto, elegante, raffinato e originale della storia della musica italiana. Una voce roca, profonda e particolare che si è legata nel tempo con le atmosfere del jazz e delle musiche sudamericane, con cui ha raccontato e descritto mirabilmente storie come se fossero film, suadenti ammiccanti con rimandi nostalgici.

I paesaggi, come nella Fisarmonica di Stradella, a tratti personali e poi dedicate a personaggi popolari come Bartali. Sempre in bilico elegantemente tra Gershwin e le orchestrine di paese nelle feste in collina.

Acclamato all’estero in particolare a Parigi, dove ha mietuto successi di pubblico e critica da eccelso chansonnier.

Nato in una famiglia di legali, eredita la passione della musica dal padre notaio. Durante il periodo bellico inizia a suonare il piano del nonno, innamorandosi della musica jazz, nonostante il divieto diffuso dal fascismo di ascoltare musica americana.

Si diploma al Liceo Classico di Asti e poi la laurea in Giurisprudenza a Parma. Lavora come assistente nello studio del padre, senza però tralasciare l’attività di musicista dilettante. Dopo le prime esperienze in varie formazioni durante gli anni Cinquanta, nel nuovo decennio inizia a scrivere le sue prime canzoni, collaborando con il fratello Giorgio.

Conte è l’artista con il maggior numero di riconoscimenti da parte del prestigioso Club Tenco, con sei Targhe e un Premio Tenco. Ha inoltre ricevuto nel 2011 un Premio Chiara nell’apposita sezione Le parole della musica. Un David di Donatello e Nastro d’argento alla miglior colonna sonora per il film La freccia azzurra. Gli è stato inoltre conferito il titolo di professore ad honorem in “Linguaggi musicali della contemporaneità”, dall’Ateneo di Parma. Nel 2017 la Laurea honoris causa in Musicologia come: “Una delle personalità più importanti nel panorama della canzone d’autore italiana e internazionale del nostro tempo”, dall’Università di Pavia. Oltre a tanti altri riconoscimenti importanti per le altre sue passioni come il disegno e il fumetto.

Tra gli album realizzati da Conte ricordiamo: “Paolo Conte” (1974 e 1984); “Paris Milonga” (1981), Appunti di viaggio (1982), Aguaplano (1987), “900” (1992). Tra i live Concerti del 1985. Tra i suoi brani più acclamati Gelato al limon, Una giornata al mare, Via con me, Sotto le stelle del jazz, Genova per noi, La Topolino amaranto, Ho ballato di tutto e Gli impermeabili, quello che considera il suo lavoro più completo.

Un doppio filo lega da sempre Paolo Conte a un altro big della canzone italiana Adriano Celentano, nato anch’esso il 6 gennaio ma del 1938. Praticamente due coetanei, che si devono molto l’uno con l’altro.

Celentano grazie alla sua lunga carriera iniziata sul finire degli anni 50, con oltre quaranta album e ai suoi successi, anche fuori dai confini italiani, soprattutto nell’Est Europa è uno dei pilastri della musica leggera italiana. Personaggio istrionico e imprevedibile, attore, affabulatore e altro ancora, con una voce tra le più belle del panorama musicale ha interpretato alcuni tra le canzoni più note come 24mila baci, Il ragazzo della via Gluck, Prisencolinensinainciusol, Soli, Svalutation, Chi non lavora non fa l’amore, Sotto le lenzuola, Un albero di trenta piani, Acqua e sale … fino al più recente “L’emozione non ha voce”; per arrivare ai progetti a “Io non so parlar d’amore”, e “Mina Celentano”, che rientrano tra gli album più venduti in Italia.

Il legame tra Paolo Conte e Celentano nasce nell’ormai lontano 1968, quando l’avvocato astigiano, muove i suoi primi passi da professionista nel mondo delle sette note, come autore, scrivendo pezzi per diversi artisti. Per Celentano mette in musica, quel capolavoro mondiale che è Azzurro, con il testo scritto da Vito Pallavicini, che diventa in quegli anni suo collaboratore di fiducia. E pensare che al tempo della sua uscita Azzurro venne criticata da stampa e cantanti vari, per il suo essere fuori dal contesto del tempo fatto di canzoni sdolcinate e monotematiche e per la sua musica, considerata poco più che una marcetta. La canzone però entrò subito nell’immaginario collettivo degli italiani, diventando il pezzo più venduto dell’anno e riscuotendo un enorme successo anche all’estero.

Per Celentano, oltre “Azzurro”, Conte ha scritto “La coppia più bella del mondo”, brano di grandissimo successo interpretato insieme alla moglie Claudia Mori con cui si aggiudicarono il Festival di Sanremo nel 1970. Conte ha continuato la collaborazione con il Molleggiato, fino a pochi anni fa con il brano “L’indiano”. Diverse poi i brani scritti per altri artisti, tra tutti Mina, che ha reinterpretato diverse canzoni e per cui nel 2018 ha scritto e duettato in A minestrina.

Di Paolo Conte è Messico e nuvole, una canzone scritta con Vito Pallavicini e Michele Virano. Nel corso degli anni è stata interpretata da vari artisti, su tutti Enzo Jannacci.