Compie 60 anni Steve Vai, uno dei più apprezzati chitarristi degli ultimi decenni. Talento puro, genio chitarristico ma senza sregolatezza che ha segnato molti.

Con le sue lunghe dita affusolate riesce a unire una tecnica potente a un caratteristico e personale senso del suono vigoroso e raffinato, penetrante ma mai invadente. Uno dei migliori interpreti della tecnica del tapping.

Dei suoi tre Grammy Awards, partnership più disparate da Frank Zappa, ai Whitesnake, David Lee Rooth, Alcatrazz, PIL, Dream Theatre fino ai G3), circa 18 milioni di copie vendute dei suoi dischi, performance offerte a decine di artisti, in sala di registrazione e sul palco.

Steven Siro “Steve” Vai è nato il 6 giugno 1960, a Carle Place, sobborgo di North Hempsted, a Long Island nello stato di New York, a un’ora di macchina da Manhattan.

Le sue origini però sono lombarde, anzi per la precisione profondamente lomelline.

I nonni di Steve hanno vissuto fino ai primi decenni del 900 alla cascina Taccona, nei pressi di Dorno. Erano come tanti in zona braccianti, figli di contadini. Il nonno Siro Vai, di cui il chitarrista porta il nome di battesimo, era nato nel 1887, proprio a Dorno e aveva abitato in via Lazzaretto.

Si era poi sposato con Alessandrina Ernesta Ravetta, della vicina Cascina Taccona.

La famiglia Vai in seguito si trasferisce probabilmente a Milano, dove nascono i genitori di Steve, che emigrano poi negli USA negli anni 60, facendosi raggiungere dal resto della famiglia. Il secondo nome Siro, è un’altra testimonianza forte e chiarissima delle origini pavesi. Siro è infatti il Santo Patrono di Pavia, è stato il primo vescovo della città e le sue reliquie sono conservate nel duomo. Non molto lontano da Dorno sorge anche l’abitato di Borgo San Siro.

In Lomellina vivono ancora diversi parenti del chitarrista e in occasione del concerto tenuto a Vigevano con Joe Satriani, il comune di Dorno il 22 luglio 2012, gli ha conferito anche la cittadinanza onoraria. Per uno Steve Vai che non ha mai dimenticato le sue origini, tornando in Lomellina già nel lontano 1982, portandosi via un po’ di terra. La sua terra.

Steve Vai si appassiona subito alla musica e viene influenzato inizialmente da George Harrison, Eric Clapton, Pete Townshed, Jeff Beck scoprendo poi B.B. King e Chuck Berry, quindi è la volta di Jimi Hendrix, Led Zeppelin e Alice Cooper, che segneranno profondamente il suo stile e la sua produzione.

Come suo compagno di scuola si ritrova un altro virtuoso della chitarra, Joe Satriani, di qualche anno più grande che diventerà il suo primo maestro. Da adolescente forma e fa parte di diverse band con cui suona per i locali della zona di New York.

Frequenta il Berklee College of music di Boston, dove si appassiona alla trascrizione degli assolo di Frank Zappa, un genio, egocentrico, anarchico, folle e bizzarro che ha segnato il mondo musicale dagli anni ’60.

Zappa lo prende con sé nel 1979 per suonare subito come turnista nel concept album “Joe’s garage”, tenendo anche in considerazione che Steve sia l’unico a essere in grado di trascrivere le sue particolari e complesse partiture di chitarra.

L’anno seguente, non ancora ventenne, diventa membro effettivo della band, andando in tour con Zappa, noto per la rigidità estrema nel gestire i suoi musicisti, che rimane impressionato dalla sua bravura, chiamandolo “little Italian virtuoso” e nelle note dei dischi viene citato come “stunt guitar” o “impossible guitar parts”.

Con Frank Zappa realizza “Tinser Town Rebellion” e “Shut up ‘n play your guitar”, album del 1981. Quindi “Ship too late…” (1982) e l’iconico “The man from Utopia” (1983).

Vai lascia la leggendaria e variegata band di Zappa nel 1983, registrando il suo primo album da solista “Flex able” (1984), che diventa subito un disco di culto, seguito poi da un EP che riprende il precedente, continuandolo con alcune nuove tracce, dal titolo “Flex-Able Leftovers”.

Nello stesso anno entra a fare parte del gruppo heavy-metal Alcatrazz, fondato dall’ex membro dei Rainbow, Graham Bonnet, andando a sostituire Ynwige Mamstreem. Con il nuovo gruppo registra l’album “Disturbing the peace” (1985).

Nel 1986 entra in diversi progetti particolari. Nel primo il suo eccletismo e il suo particolare suono, sono al servizio dei PIL (Public Image Ltd) la band nata dalle ceneri dei Sex Pistols, formata dal cantante John Lydon, uno degli esperimenti più interessanti del dark-punk. Con loro registra “Album”, conosciuto anche come “Compact Disc” o “Cassette”, con una straordinaria formazione composta anche da Ginger Baker alla batteria, Bill Laswell al basso, Ryuichi Sakamoto alle tastiere e Ravi Shankar al violino elettrico.

Il secondo progetto lo vede supportare la carriera solista di David Lee Roth, uscito dai Van Halen. Con Roth e le sue doti innate da showman, il chitarrista di origini lomelline incide due album di successo, entrambi nelle classifiche rock di sempre: “Eat’ Em and Smile”, del 1986, capolavoro hard rock, potente e scoppiettante della metà degli ottanta, forse il periodo aureo per il genere e “Skyscraper” del 1988. Due dischi di platino, che lo fanno conoscere anche al grande pubblico.

Nel terzo progetto targato 1986, Steve Vai, viene chiamato a interpretare il ruolo di “chitarrista del diavolo” nel celebre cult movie “Mississippi Adventure”, basato sulla storia oscura del bluesman Robert Johnson, considerato uno dei più grandi e influenti musicisti del XX secolo.

Vai recita un pezzo, diventato storico, nel quale gareggia in un “duello di chitarra” con il protagonista del film, Ralph Macchio (l’interprete di “Karate Kid”). Per l’occasione, lavora anche alla colonna sonora, con un altro mostro sacro della chitarra, il californiano Ry Cooder.

Il brano principale “Eugene’s Trick Bag”, è diventato poi uno dei più eseguiti dagli studenti di chitarra; una composizione in stile “simil-barocco”, che il chitarrista di origini lomelline ha realizzato ispirandosi al “capriccio op. 15” di Niccolò Paganini.

Negli anni 90′ è stato uno dei pionieri della chitarra a sette corde, usata dai Korn e da altre band per creare il suono “Nu metal”.

Fa parte dell’elenco dei grandi chitarristi di origine italiana come Frank Zappa, Joe Satriani, John Petrucci, Joe Bonamassa, John Frusciante e Al Di Meola, solo per citarne alcuni. E per non venire meno alle sue origini, anche la moglie è italoamericana, la bassista Pia Maiocco.