Autenticità, differenziazione dell’offerta ed empatia: ecco le parole chiave per il rilancio dell’agriturismo che nell’anno del Covid-19 ha visto crollare le prenotazioni, ma incrementato la presenza degli italiani.

Nel 2019 sono cresciute le strutture del 4% sfiorando quota 25 mila.

L’agriturismo non si ferma! E’ stato il titolo della giornata di lavoro che Arezzo Fiere e Congressi, organizzatore di #AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale, ha organizzato il 19 novembre, con una diretta streaming (già visibile in replica sulla pagina facebook di AgrieTour).

Un tavolo di confronto al mattino con offerta, domanda, comunicazione e istituzioni e nel pomeriggio tre seminari tecnici, in collaborazione con Agrigiochiamo, ai quali hanno partecipato, su iscrizione, oltre 450 aziende agrituristiche dimostrando ancora una volta l’importanza di AgrieTour come punto di riferimento non solo per la borsa del turismo, ma anche per la formazione e informazione professionale.

«Una giornata ricca di spunti quella che abbiamo organizzato con la partecipazione viva delle principali istituzioni e associazioni di categoria – spiega l’Amministratore Unico di Arezzo Fiere, Sandra Bianchi – rilanciando al 2021 la possibilità di continuare l’attività che da 19 anni AgrieTour svolge per il settore, ovvero formazione, ma anche incontro tra domanda e offerta».

Prenotazioni KO, ma cresce la vendita diretta e il turismo di prossimità.

A dare i numeri è stata come sempre la Rete Rurale Nazionale che ha presentato una interessante indagine condotta su un ampio campione nazionale per verificare le effettive conseguenze del Covid-19 sull’agriturismo nel 2020.

Rispetto al 2019 il 91% delle imprese ha dichiarato di aver avuto cancellazioni.

La metà delle aziende intervistate ha poi registrato una diminuzione della vendita dei prodotti, ma anche una forte riduzione delle richieste dei servizi offerti (per il 68%). Il 45% delle imprese avrebbe subito un calo di ordini, mentre il 91 per cento avrebbe subito cancellazioni.

Tuttavia sarebbe cresciuta la domanda di prodotti (+22%) e di prenotazioni (+30%) da parte di nuovi turisti italiani, entro il raggio di 150 Km. Crescita anche per acquisti di prodotti (+18%) e di prenotazioni (+21%) da parte di turisti fidelizzati che già conoscevano l’agriturismo.

Il 37% del campione intervistato ha interpretato la crisi in maniera positiva vedendola come una occasione per scoprire nuovi mercati, mentre circa il 44% non si è fatto scoraggiare, limitando tuttavia le spese correnti. Il 56% delle imprese ha predisposto già entro la primavera nuovi servizi rispetto al passato.

I numeri dell’agriturismo italiano secondo ISTAT (indagine 2020 su dati 2019).

Nel 2019 le aziende agrituristiche autorizzate sono 24.576 (+4,1% rispetto al 2018). La crescita maggiore nell’ultimo anno si è registrata nel Centro Italia (+8,7%). Sotto l’aspetto della diffusione territoriale, i Comuni con almeno un agriturismo nel 2019 sono 4.958, pari al 62,6% del totale (nel 2011 erano il 58%).

Nel 2019 la produzione economica dell’agriturismo incide per il 2,6% sul totale dell’intero comparto agricolo. Il valore corrente della produzione agrituristica nel 2019 è di poco superiore a 1,5 miliardi di euro (+3,3% rispetto al 2018 e + 37% rispetto al 2007).

Oltre il 77% del valore economico è generato degli agriturismi delle Regioni del Centro e del Nord-est. Per quanto riguarda le presenze negli agriturismi, gli arrivi nel 2019 hanno superato i 3,7 milioni (+0,4 milioni rispetto allo scorso anno), di questi 1,9 milioni sono di nazionalità italiana.

Il 72% degli agrituristi ha scelto le strutture del Centro e del Nord-est e, in particolare, della Toscana (23%) e della provincia autonoma di Bolzano (16%). Il numero di aziende a conduzione femminile è pari a 8.566 (35%), percentuale che sale al 46,8% nel Sud.