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Una strana figura di prete nell’Italia del Novecento, che amava i giochi di parole e gli enigmi…

Don Anacleto Bendazzi, noto anche con l’anagramma del suo nome, che era bazzecole andanti, nacque a Fornace Zarattini il 25 gennaio 1883, e seguì gli studi ecclesiastici nel Seminario di Ravenna, laureandosi poi in teologia a Roma.

Dopo la sua ordinazione, avvenuta nel 1905, trascorse tutta la vita di sacerdozio nel seminario della sua città, in cui insegnava latino e greco.

Il suo nome è rimasto legato a un’opera, Bizzarrie letterarie, che pubblicò a proprie spese nel 1951 e, per la precisione, il libro reca l’indicazione finito di stampare in Milano il 15-1-51, una data che pare fu scelta intenzionalmente dall’autore in quanto palindroma e ambigrammatica.

In seguito, nel 1965 e nel 1978, vennero pubblicati degli aggiornamenti di quest’opera, una vastissima raccolta di giochi di parole ed enigmi non solo in italiano ma anche, per buona parte, in latino, e perfino in inglese, francese e tedesco.

Si può dire al suo interno che ogni tipo di gioco linguistico vi sia rappresentato, come anagrammi, palindrome, acrostici, scioglilingua, centoni, sciarade, bisensi, ambigrammi, e tra le invenzioni curiose contenute in quest’opera, si segnalano una vita di Cristo in 1000 anagrammi e una vita di Cristo narrata da Virgilio, un centone virgiliano di 666 esametri.

Inoltre il sacerdote identificò diverse parole di lunghezza superiore alle 26 lettere di precipitevolissimevolmente del Francesco Moneti, del 1677, per la precisione incontrovertibilissimamente e particolareggiatissimamente di 27 lettere, come il dantesco sovramagnificentissimamente e anticostituzionalissimamente di 28 lettere.

Benché edito in sole 2000 copie e soltanto nel 1996, ne fu fatta una riedizione ridotta a cura di Stefano Bartezzaghi ma priva dei giochi nelle lingue estere, latino compreso, pubblicata da Vallardi nella collana Domino, si tratta di un testo che ha fatto epoca tra gli amanti dell’enigmistica, degli anagrammi in particolare e dei giochi di parole in generale.

Oggi molti considerano l’eccentrico sacerdote come il più grande tra gli enigmisti italiani, per quanto riguarda i giochi di parole a motivo soprattutto della straordinaria complessità e bellezza del suo lavoro della Vita di Cristo in 1000 anagrammi.

Il caso volle che don Bendazzi, amante di bizzarrie ed enigmi, morisse a Ravenna all’età di 99 anni in una data anch’essa palindroma nonché ambi grammatica come il 28-2-82.

Sembra che come epitaffio per la propria tomba abbia richiesto la scritta Putredine – di un prete / storico di – Cristo Dio, un ultimo gioco di parole dato che Putredine e Cristo Dio sono anagrammi rispettivamente di un prete e di storico, una nota perfetta per tutta la sua attività di enigmista.