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Generale, saggista e romanziere, Angelo Gatti è noto per il romanzo Ilia e Alfredo, la storia di un amore assoluto…

Nato a Capua, in una famiglia con tradizioni militari, il 9 gennaio 1875, Gatti frequentò giovanissimo l’accademia Militare di Modena e fu destinato quindi alla guarnigione di Bologna.

Dotato di una buona cultura umanistica e notevoli capacità di scrittore, nel 1912 venne nominato professore di storia e arte militare alla scuola di guerra di Torino e iniziò a scrivere articoli di storia, letteratura, ma soprattutto di argomenti militari, sulla Gazzetta del popolo.

Trasferito a Milano nel 1914 come capitano di Stato maggiore, iniziò a collaboratore al Corriere della Sera, dove manifestò il suo pessimismo sull’imminente conflitto.

Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Gatti fu ufficiale di Stato maggiore prima nella divisione del generale Cantore, successivamente nella prima armata agli ordini del generale Giardino e nel febbraio 1917 divenne colonnello, venendo chiamato nel comando supremo del generale Cadorna che lo nominò capo dell’Ufficio storico.

Dopo Caporetto rimase segretario particolare di Cadorna, destituito dal Comando supremo ma nominato membro del Consiglio di guerra interalleato di Versailles.

Scrittore brillante, Gatti compose un gran numero di saggi, generalmente divulgativi, chiari nell’esposizione, e di opere di narrativa d’impianto tradizionale ottocentesco, con una certa propensione per l’osservazione e il ritratto psicologico dei personaggi. Gatti era orientato verso il romanzo psicologico tardo-ottocentesco di Nicolò Tommaseo, Antonio Fogazzaro e Federico De Roberto.

Terminata la guerra lasciò il servizio militare, si sposò con Emilia Castoldi e visse a Camerano Casasco dedicandosi alla letteratura a tempo pieno.

Fu il direttore della collana Collezione italiana di diari, memorie, studi e documenti per servire alla storia della guerra del mondo edita da Arnoldo Mondadori, con 34 volumi pubblicati fra il 1925 e il 1935 comprendenti opere di Cadorna, Salandra, Giardino, Caviglia, Mira e dello stesso Gatti.

La morte della moglie nel 1927 determinò in Gatti profonda crisi spirituale dalla quale uscì con un cambiamento di interessi, ormai diretti esclusivamente verso la narrativa.

Il romanzo Ilia e Alberto, su un amore coniugale che dura oltre la morte e si conclude con la fede religiosa, ebbe un successo clamoroso di critica e pubblico.

Nel 1937 venne accolto nell’Accademia d’Italia.

Angelo Gatti morì il 19 giugno 1948 a Milano, nell’appartamento di via Leopardi dove viveva l’attivista pacifista Teresita dei Bonfatti Pasini, più conosciuta con il nome di Alma Dolens.