Ispra, sulle sponde lombarde del Lago Maggiore, è la cittadina che deve la sua fama all’insediamento a partire dagli anni Sessanta dell’Euratom, un centro di ricerca nucleare, sostituito poi dal Centro Comune di Ricerca (CCR) – Joint Research Center (JRC) dove lavorano scienziati di tutto il mondo.

Il nome Ispra fa riferimento alla natura rocciosa della zona, dove massi di grandi dimensioni contraddistinguono la costa facendo, ora, la gioia di grandi e piccoli e, in passato, la fortuna economica di chi si dedicò alla produzione della calce, ancora oggi sono visibili alcune fornaci.

La principale attrattiva di Ispra è il lungolago pedonale dove trascorrere tranquilli pomeriggi in famiglia tra alberi panchine, prati, spiagge e calette. Si può ammirare anche un platano monumentale.

Un tratto molto lungo e rinnovato, percorribile anche in bicicletta è quello che porta verso Ranco e al secolare parco della Quassa con la storica villa. Dall’altra parte un tratto in sabbia, da dove poi parte l’apprezzata “Passeggiata dell’Amore”, che regala scorci suggestivi in ogni stagione.

La passeggiata, supera la vecchia darsena, scorre a filo d’acqua o poco superiore su tratti di roccia, sempre protetti da una staccionata in metallo, altri di ghiaietto, superando passerelle in legno, e si addentra in cale e calette del lago, che niente hanno da invidiare a posti più rinomati.

Si giunge alla Fornace in Salvalada da dove, prendendo la strada asfaltata a sinistra, si scende alla Fornace del Pinett, con la sua caratteristica passerella e il porticciolo, proseguendo si arriva alla Fornace della Punta.

Uno dei tratti più particolari è la vecchia strada acciottolata di Ripa Solitaria che parte dalla Chiesa di San Martino, in centro paese e porta a lago, tra rami di alberi secolari. Proprio all’inizio del percorso, sui muri di cinta, si trovano delle poesie riprodotte su piastrelle.

Al lungolago con il suo comodo parcheggio ci si può arrivare direttamente in auto, passando vicino al monumento ai Caduti e della Cappella Castelbarco (1865).

Sul lungolago si può ammirare anche un platano monumentale prima di arrivare al porticciolo.
Il borgo si sviluppa in una posizione sopraelevata e comprende molte ville con grandi parchi, tra cui Villa Castelli, oggi sede del Municipio con un bel giardino romantico, Villa Ranci Ortigosa e Villa Brivio Sagramoso appartenuta ad Antonietta Litta Arese moglie del Conte Castelbarco.

Dal Municipio si può prendere una salita che conduce al Monte del Prete, dove sono stati ritrovati molti reperti della Civiltà di Golasecca, dove è sorto il parco pubblico con le rovine del Castello di San Cristoforo con una cisterna, una torre e dei tratti di mura.

Nella località di Barza si trova la settecentesca Villa Mongini, immersa in uno splendido parco secolare, costruita sui resti di un castello medievale di cui conserva una torre. Il complesso fu acquistato nel 1860 dal tenore Pietro Mongini.

Divenne poi una delle case dell’opera di Don Guanella, arricchendosi il 12 dicembre 1940 del particolare e grande orologio a dodici quadranti progettato da Adamo Marchioni, artigiano e inventore feltrino, stabilitosi a Barza.

Posizionato sulla vecchia torre, segna contemporaneamente, l’ora di nove principali città del mondo. Negli alti tre quadranti segna il giorno e il mese dell’anno e il giorno della settimana.

Per informazioni: https://comune.ispra.va.it/