Percorrendo l’alta sponda lombarda del Verbano verso la Svizzera, ci si ritrova a Maccagno, uno degli ultimi centri abitati, prima del confine di stato.

Località di villeggiatura, tra lago e montagna, dalla storia che risale ai Celti. Il panorama offre una splendida vista sulla costa piemontese e i castelli di Cannero e il profilo del Limidario con i suoi 2000 metri.

Un clima mite, che permette una vegetazione lussureggiante che si alterna ai giardini ordinati degli abitanti o delle seconde case. Il vento la fa da padrone, e negli anni è diventato un piccolo paradiso per velisti e surfisti, ma anche di chi ama scalare le montagne con una palestra naturale.

Tra i posti più amati troviamo la lunga spiaggia del ronco delle monache, composta da ciottoli, apprezzata soprattutto dai sub, per la possibilità di compiere immersioni, ma anche per la presenza di un’antica edicola religiosa.

La Gabella con il suo piccolo caratteristico porticciolo e la frequentata e animata palestra di roccia naturale detta il Cinzanino.

Edifici classici, le vecchie stradine del centro storico, ben tenuto, angoli caratteristici, ma a un certo punto ci si imbatte incredibilmente una costruzione avveniristica, che rompe gli schemi della placida architettura locale, un edificio-ponte gettato sul Giona, che dal 1979 caratterizza il borgo di Maccagno. Una costruzione in stile moderno che si è integrata nel paesaggio e nei suoi elementi.

Nessuno si aspetta un edificio così, così diverso nel tradizionale lungolago del Lago Maggiore. E’ il Civico Museo Parisi-Valle, che begli anni è stato identificato come Museo-Ponte, dalla sua caratteristica struttura architettonica così particolare, data per la sua valenza simbolica, perchè unisce Maccagno Superiore e Maccagno Inferiore, fino a quel momento divise dal fiume Giona.

L’idea venne nel 1977 allo stesso Parisi, artista polivalente nato proprio a Maccagno nel 1915. Attivo nella divulgazione e la valorizzazione dell’Arte Contemporanea, forte anche delle amicizie con Lucio Fontana, Pablo Picasso, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi e dei maggiori artisti del suo tempo.

Nel 1939 si sposta a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di cinematografia, dove ha come compagno Michelangelo Antonioni. Negli anni 60′ si dedica alla ricerca visuale in diversi campi.

Tornato per una vacanza a Maccagno, rimase affascinato dalla zona, ebbe l’ispirazione di creare un museo per poter raccogliere le sue opere e quelle raccolte nel tempo, in particolare relative all’arte italiana del Novecento. In accordo con la moglie Wanda Valle, mise a disposizione la sua collezione personale.

Su indicazione dello stesso Parisi, per il progetto vennero scelti l’architetto romano Maurizio Sacripanti e dall’ingegner Giuseppe Noris di Luino. L’edificio comincia a essere costruito nel 1981 e completato nel 1998. Nel 1984 Parisi ritorna definitivamente a vivere a Maccagno, realizzando ancora diverse opere e seguendo anche tutto l’iter per la creazione del museo.

La validità dell’opera del museo-ponte è subito ampiamente riconosciuta non appena la struttura di base prende forma. Già nel 1992 ottiene il prestigioso “Premio Nazionale IN/ARCH”.

A oggi comprende complessivamente 2085 opere, oltre a reperti antichi e numismatici. Tra i diversi artisti presenti troviamo opere di Balla, Capogrossi, De Chirico, Fiume, Guttuso, Morandini, Arnaldo Pomodoro e anche Picasso. Dell’artista spagnolo, troviamo “Pequena guitara para Paloma”, una chitarra giocattolo realizzata da Pablo Picasso per la figlia Paloma e donata poi proprio a Parisi. Un’opera che ha avuto una storia particolare.

Foto di Isella Bellotti

 

Per informazioni: http://www.comune.maccagno.va.it/