Tra le risaie della Lomellina, in quella zona fra Vigevano e Pavia, si trova il piccolo e delizioso borgo di Zerbolò, che ci racconta una storia davvero interessante.

L’origine del nome del paese deriva da Zerbo, Gerbo, Gerbido, il vocabolo con cui in Lombardia erano indicati i luoghi incolti, adatto a una zona che era anticamente coperta di boscaglie, di lande incolte e di paludi. 

Da un decreto del comune di Pavia del 13 gennaio 1259, riferito dal Robolini nel quarto toma delle Memorie storiche, si dice che la famiglia Beccaria possedeva Zerbolò, e che fu consentito a Mauro Beccaria e a suo figlio Lanone di costruire un castello, esentato da tasse e gabelli per dieci anni.

In seguito i figli di Franceschino Beccaria del Mezzano fondarono nel 1394 in Lomellina sotto il monte di Gropello il primo nucleo del borgo di Zerbolò i cui abitanti erano sottoposti al podestà di Pavia.

Zerbolò divenne una comunità autonoma verso il 1530, anche se della fase precedente non ci sono documenti attendibili.

Con l’avvicendarsi dei secoli, fu sottoposta a diversi domini fino ad arrivare al 1848-1849, periodo in cui visse l’occupazione delle truppe austriache.

Purtroppo un incendio rase al suolo la Casa Comunale e tutti i suoi archivi, che custodivano i documenti relativi ai passaggi di proprietà, alle aree di pertinenza e di utilizzo delle diverse cascine locali.

A Zerbolò sopravvivono, in parte per una serie di mansioni rurali, i resti del Castello Beccaria, ricostruito nel 1393, un edificio all’esterno del nucleo abitato, a diretto contatto con la campagna.

Si tratta, più che di un castello, di una cascina fortificata con torre, dall’impianto quadrangolare, con corte centrale e torre esterna sporgente da uno dei quattro corpi di fabbrica, che ricorda la pianta del  castello rurale di Peschiera Borromeo, con la differenza però di avere gli angoli e non i lati orientati sui punti cardinali.

La torre ha un apparato a sporgere sui tre lati esterni, ma non su quello interno, verso il cortile, caratteristiche molto più tarde della presunta epoca di nascita del complesso.

Sul lato sud della torre a un’altezza ben visibile si vede una meridiana a ore italiche.