Un Carnevale davvero speciale, maschere in legno, fiaccole, belli e brutti, ricchi e poveri e qualche sorso di grappa per scaldare il cuore.

Storico e molto particolare è il Carnevale che si svolge nella Val d’Intelvi, a Schignano, paese in una conca a ridosso delle vette della zona che arrivano a quota 1400, per un territorio che è lo spartiacque tra il Lago di Como e quello di Lugano.

Un Carnevale che ha caratteristiche che lo rendono unico. Dura quasi due mesi, dall’Epifania alla Quaresima, non ha carri allegorici, non partecipano donne e l’unica figura femminile prevista è interpretata da un uomo, che è anche la sola persona che può parlare durante la manifestazione.

Il tutto rigorosamente in lingua locale, l’unica ammessa ufficialmente.

I partecipanti hanno maschere in legno lavorato e sono il vero centro di questa manifestazione carnevalesca, basata sulla contrapposizione dei belli con i brutti, tra ricchi e poveri.

Noi giorni di festa, si comincia ancora prima dell’alba, con i partecipanti che girano con fiaccole e lanterne per le vie del paese, svegliando le persone con un sorso di grappa.

La prima particolarità come detto, è data dalla sua lunghezza, infatti, come da antica tradizione, le manifestazioni iniziano già il 5 gennaio e proseguono fino a raggiungere il loro clou, nelle giornate di sabato e martedì grasso, seguendo il calendario del rito cattolico romano.

L’altra caratteristica che lo rende famoso è data dalle rarissime e particolari maschere in legno, materiale a disposizione da sempre nei boschi circostanti.

Molte di queste risalgono addirittura al 700, e sono considerate veri e propri tesori, non solo dalle stesse famiglie ma da tutti quegli istituti e associazioni che si occupano di antropologia, storia e costumi.

Le maschere sono il centro di questa manifestazione carnevalesca, basata sulla contrapposizione dei belli con i brutti, tra ricchi e poveri. I belli sono i “Mascarun”, rappresentando i “signori del paese”, hanno maschere di colore chiaro, più curate, rifinite, dai lineamenti dolci. In testa un cappello rivestito da fiori colorati e completato dai bindèi un fascio di nastri colorati che si allungano sulla schiena.

“I Brut” portano invece in scena il “povero”, quello che vive della vita agreste, che emigra o al limite fa lo sfrusadur, ovvero l’andare di frodo, cioè fare il contrabbandiere con la Svizzera per mantenere la famiglia. Hanno maschere scure in legno, intagliate a mano in maniera appositamente più grezza, dai lineamenti marcati, forti a volte con bocche storte e denti mancanti.

Vestono abiti dimessi, spesso anche sacchi di juta, imbottiti di paglia, ricoperti da stracci e foglie, gli attrezzi contadini di una volta.

Troviamo poi altre due figure, i Sapeur e la Sigurtà. I primi hanno il volto nero, scurito dalla fuliggine, a contrasto abiti in pelle di pecora con un cappello alto. Hanno barba, e baffi lunghissimi e bianchi, portano una borraccia e un’ascia di legno; si muovono da gendarmi con passo marziale.

Una figura che ricorda gli antichi Celti o Vichinghi, nelle raffigurazioni iconiche.

I Sapeur, il sabato e il martedì grasso, sono chiamati ad aprire e sorvegliare il corteo subito dietro alla Sigurtà. Maschera che porta un cappello militare, un mantello e con una fascia recante la scritta “sigurtà”, rappresentando l’autorità e la legge.

Ultimo personaggio è il Carlisep (el Zep), un fantoccio che rimane appeso, per tutto il tempo del Carnevale nella piazza principale. Nel pomeriggio dell’ultimo giorno delle manifestazioni, il martedì grasso, si trasforma improvvisamente in maschera vivente, scappando per tutte le strade di Schignano, per sfuggire al rogo, inseguito da tutti.

E’ immancabilmente ripreso, e dopo la cena viene portato in processione dai coscritti che allo scoccare della mezzanotte, lo bruceranno in Piazza San Giovanni, decretando così la fine del Carnevale.

IL PROGRAMMA

Sabato 2 marzo

ore 5.30 – Sveglia con i Mascarun e la bevuta di grappa

ore 13.45 – Incontro con i Sapeur

ore 14.15 – Ritrovo delle maschere tradizionali in piazza San Giovanni, fraz. di Occagno

ore 14.30 – Sfilata lungo le vie del paese, fino alla frazione Auvrascio e ritorno

ore 19.00 – Cena tipica

ore 21.00 – Via alle munfrine

Martedì 5 marzo

ore 5.30 – Sveglia con i Mascarun e la bevuta di grappa

ore 13.45 – Incontro con i Sapeur

ore 14.00 – Ritrovo delle maschere tradizionali in piazza San Giovanni, fraz. di Occagno

ore 14.30 – Sfilata lungo le vie del paese, fino alla frazione Auvrascio e ritorno

ore 16.00 – Fuga del Carlisep

ore 21.00 – Festa con la Fughéta

ore 23.30 – Processione col Carlisep e rogo a mezzanotte in piazza San Giovanni, fraz. di Occagno