Le chiacchiere sono uno dei simboli golosi del Carnevale, culminante nel Martedì Grasso, dall’aspetto di dolci fritti cosparsi di zucchero a velo.

Gli storici hanno molto da dire sulla storia di questo dolce, ma pare che questa semplice ricetta sarebbe nata ai tempi dell’antica Roma, allora conosciuta all’epoca come frictilia, poiché erano fritte nel grasso di maiale.

L’occasione per gustarle erano i Saturnali, una delle feste da cui probabilmente ebbe origine il Carnevale, quando le donne ne preparavano in grande quantità in vista del periodo di quaresima, oltre ad avere la possibilità di chiacchierare a ruota libera.

Spesso e volentieri le chiacchiere erano anche offerte ai passanti che festeggiavano per le strade, perché era molto semplici ed economiche da preparare.

Esiste anche una leggenda che lega l’origine di questo dolce nel napoletano, in particolare grazie alla Regina Margherita di Savoia, famosa per la sua parlantina, che chiamò il cuoco Raffaele Esposito per avere un dolce allo scopo di allietare lei e i suoi ospiti con cui stava chiacchierando. Proprio in onore della situazione da cui nacque il dolce, il pasticcere lo chiamò chiacchiere.

Oggi le chiacchiere sono diffuse in quasi tutte le regioni d’Italia e sono conosciute con moltissimi nomi.

Tra questo ci sono Bugie (Piemonte, Liguria tranne la Lunigiana), Cenci o Crogetti (la Valdarno da Arezzo a Montecatini Terme), Strufoli o Melatelli  (Maremma toscana), Chiacchiere (zone dell’Umbria, basso Lazio, Abruzzo citeriore, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, ma anche a Milano, tre le Alpi apuane e la Lunigiana, nell’Emilia settentrionale e in zone della Sardegna),  Cioffe (Abruzzo),  Cróstoli, Gróstoli o Gròstoi o Grustal (Polesine, Veneto tranne la zona tra Venezia, Padova e Verona, Trentino, Venezia Giulia, Alto Adige, zone della Liguria), Cróstui o Cróstoli (Friuli), Cunchielli‘ (in aree del Molise), Fiocchetti (Montefeltro, Romagna costiera),  Frappe (Lazio della provincia di Latina e Aprilia a Viterbo, zone dell’Umbria, zone delle Marche e dell’Emilia), Galàni (zona tra Venezia, Padova e Verona),  Gale o Gali (Vercelli, Bassa Vercellese, provincia di Novara e Barenghese),  Gasse (Montefeltro), Guanti (Alife, zona del Matese), Intrigoni (Reggio Emilia), Lattughe (provincia di Mantova, provincia di Brescia.), Maraviglias (Sardegna), Merveilles (Valle d’Aosta), Rosoni o Sfrappole (Modena, Bologna, Romagna), Galarane o Saltasù (Bergamo), Saltasù (Bergamo), Sfrappe (Marche), Sfrappole (Bologna, Castenaso, Casalecchio di Reno, San Lazzaro di Savena) Sprelle (Piacenza), Risòle (Cuneo e sud del Piemonte), Sossole (a Verona, soppiantato da galàni) e Pizze fritte (Romagna interna).