Castellocislago

Un piccolo borgo ricco di storia nel cuore della provincia di Varese.

La storia di Cislago comincia quando, nei documenti più antichi, è chiamato Cistellum, Cistellacum, Cistilacum, nome di cui si hanno notizie che arrivano sino all’ XI secolo.

Nel 889 il borgo venne assegnato al Vescovo di Tortona che, dopo uno scontro con i conti di Stazzona, che si erano impadroniti di Cislago, lo cedette nel 998, con altri beni, a Ottone di Franconia, duca di Carinzia e Conte di Verona.

Morto Ottone di Franconia nel 1003, Cislago venne rioccupata dai Conti di Stazzona, poi scacciati da Ariberto di Intimiano, Arcivescovo di Milano, intorno al 1014.

Cislago passò in seguito alla famiglia Della Torre che lo vendette a Uberto Visconti.

Alla morte di Carlo II, nel 1700, Cesare Visconti, patrizio milanese, era il marchese di Cislago dal 1621 e nel 1716 il feudo fu passato al conte Carlo Francesco Castelbarco con Gallarate, Quinzano, Somma e i condomini di Crenna e di Agnadello.

Il castello di Cislago da sempre è il cuore del borgo, contornato da numerose corti rurali, dimore dei massari e dei contadini che costituiscono un organico tessuto urbanistico del paese.
Le fonti storiche fanno risalire la rocca feudale addirittura a prima dell’anno Mille, poi all’epoca dei Visconti Uberto, fratello dell’arcivescovo Ottone, acquistò i beni di Cislago.

Durante l’invasione delle truppe svizzere del cardinale di Sion nel 1510 il castello fu quasi completamente demolito, e sopravvisse soltanto una porzione significativa, in alzato, della torre nord, dietro il monumento ai Caduti.

Un momento significativo della vicenda del maniero è quello della sua ricostruzione da parte di un altro Visconti, il marchese di Cislago Cesare II, nel 1620.

I lavori di ricostruzione si protrassero per tutto il XVII secolo e continuarono anche sotto il figlio Teobaldo e il nipote Cesare III, con un palazzo signorile con i tre corpi che chiudono a levante il grande cortile d’onore e il portico a colonne binate, mentre due torri contengono la poderosa facciata che si apre sul giardino privato, chiuso da una splendida cancellata in ferro battuto del XVIII secolo e aperta sulla via principale.

Nel Settecento, con il passaggio dai Visconti ai Castelbarco, ci furono le trasformazioni degli appartamenti interni del castello, mentre sono dell’Ottocento gli interventi esterni, come il riempimento dei fossati e in particolare sul fronte del giardino dove la facciata di mattoni a vista è ricoperta da intonaco per alterare con una decorazione a finto bugnato la fronte del castello.

Nello stesso periodo furono rifatti i coronamenti delle due torri di facciata con merlature e beccatelli di gusto neomedievale.

Completa il palazzo, il giardino privato alla francese mentre oltre la cancellata si trova l’attuale parco comunale della Repubblica.

Da vedere nel borgo sono anche le chiese di Santa Maria in Scià e la chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta.

La chiesa di Santa Maria in Scià fu edificata nel Trecento, come dimostrano gli affreschi, mentre la Madonna dell’altar maggiore, un affresco collocato su un pregevole altare ornato con bassorilievi in legno dorato, risale al Quattrocento.

Presso la chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta si trova l’altare dei Santi Rocco e Sebastiano, che venne scolpito nel 1486, come segno della devozione del popolo per la fine di una pestilenza.

Al di fuori della chiesa, sul lato meridionale, si trova il campanile, dalla pianta quadrata, con le due campane e l’orologio che risale alla fine del Quattrocento.

Per informazioni: Sito ufficiale del Comune