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Fino al 5 aprile 2021 la mostra di Palazzo Reale Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa è uno sguardo sul mondo artistico russo e il ruolo della donna nello Stato più grande del mondo.

Dalle icone ortodosse della Vergine e delle sante di devozione popolare, fino alla donna operaia della Rivoluzione sovietica e alle artiste delle Avanguardie, dal Futurismo al Suprematismo la donna russa è raccontata nella sua rappresentazione storica e artistica e nel suo ruolo nella società, in una mostra curata da Evgenia Petrova e Josef Kiblitskij.

La mostra è divisa in sette sezioni, più una dedicata alle donne artiste del Novecento sovietico.

Davanti al visitatore la figura femminile passa dalle classiche icone devozionali ortodosse della prima sezione agli austeri ritratti delle zarine della seconda sala con Aleksandra, ultima regina di Russia, e Caterina la Grande, che portò il regno allo sviluppo culturale e artistico delle grandi capitali europee

La terza sezione è dedicata a quel mondo sommerso dei contadini, che nel regno degli zar erano a tutti gli effetti servi della gleba, cioè appartenevano ai grandi proprietari terrieri, che li potevano vendere, scambiare e maltrattare a proprio piacimento.

Nelle opere si raccontano la durissima vita delle contadine russe, temprate dal lavoro duro nei campi e fiere nello sguardo e nella posa, caratterizzate dal fazzoletto in testa, dalla lunga gonna e dalle grosse scarpe.

Parallela alla vita nei campi dove s’invecchiava in fretta e i vestiti erano una necessità per ripararsi dal freddo, c’era la vita cittadina, espressa dalle opere dove le donne sono mogli, figlie e modelle della classe media del primo Novecento russo, vestite secondo la moda e ritratte nei loro lussuosi appartamenti.

Nelle sale della mostra la donna viene mostrata trasversalmente nel corso degli anni più turbolenti della storia russa, da un ritratto intimo della maternità profana fino al simbolo di propaganda della brava donna sovietica.

La seconda parte della mostra si concentra sulla donna artista, con moltissime esponenti delle correnti artistiche dell’epoca.

Dai ritratti di Marija Baškirceva ispirati a Manet e all’emozionante autoritratto di Zinaida Serebrjakova, la donna russa s’impose nel Futurismo, con opere di altissima qualità, come la Città di Notte di Aleksandra Ekster e Olga Rozanova, l’unica vera artista suprematista.

Le donne furono attive anche nell’arte di regime, come mostra l’opera conclusiva della mostra: il lavoro sulla monumentale statua L’operaio e la kolkotsiana di Vera Muchina, che vinse il premio Stalin di primo grado nel 1941 e divenne un mastodontico gruppo scultoreo di 24 metri, che ancora oggi domina Mosca.

Orari: Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30

Giovedì: 9.30 – 20.30

Lunedì chiuso

Biglietti: Intero: 14 €

Ridotto: 12 € (ragazzi dai 15 ai 26 anni, over 65, disabili, Musei di Milano, soci Touring Club, soci FAI, militari, forze dell’ordine, insegnanti, soci Club Skira)

Ridotto speciale: 6 € (bambini dai 6 a 14 anni, dipendenti e abbonati ATM, giornalisti, dipendenti del Comune di Milano, volontari del Servizio Civile presso il Comune di Milano)