Era un giorno di trent’anni fa e il Muro cadde a Berlino, così la Germania tornò unita…

La costruzione del Muro di Berlino e la sua caduta sono una parte dei momenti più importanti della storia del Novecento, un luogo che, per ben ventotto anni, separò familiari e amici.

Tutto ebbe inizio quando, terminata la seconda guerra mondiale, Berlino fu divisa in quattro zone: sovietica, statunitense, francese e inglese. Iniziò il periodo della “Guerra Fredda”.

I tesi rapporti fra l’URSS con il blocco comunista e gli Alleati (USA, Francia, Gran Bretagna in primis) peggiorarono sempre di più, fino ad arrivare al punto in cui si crearono due monete, due ideologie differenti e due paesi separati fra loro.

Nel 1948, venne attuato il “Blocco di Berlino” da parte dell’Unione Sovietica portò all’attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessità i tre settori occidentali.

Nel 1949, le tre zone occidentali furono denominate Repubblica Federale Tedesca, mentre la parte orientale fu la Repubblica Democratica Tedesca, cosi Berlino rimase divisa e si crearono 81 punti di passaggio fra le due zone della città.

La povera economia sovietica e la prolifica parte occidentale fecero sì che con gli anni 3 milioni di persone abbandonarono la Germania Orientale, per addentrarsi nel mondo del capitalismo.

La Repubblica Democratica Tedesca, capendo l’ingente numero di persone ormai fuggite decise, nella notte del 12 agosto 1961, d’innalzare un muro provvisorio, chiudendo ben 69 punti di controllo, per lasciarne aperti soltanto 12.

Il giorno seguente, venne collocato un filo spinato provvisorio di 155 chilometri, che separava le due zone di Berlino, i mezzi di trasporto furono bloccati e nessuno poteva attraversare la parte opposta.

Nei giorni seguenti, cominciò la costruzione di un muro in mattoni e molte persone, le cui case si trovavano lungo il confine, furono sfrattate.

Per evitare le fughe e aumentare la sicurezza,   il Muro di Berlino si trasformò in una parete di cemento, alta circa 4 metri.

Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio. Il “muro di quarta generazione” vide la luce nel 1975 il confine era anche protetto dalla “striscia della morte” da recinzioni, 105,5 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km, e pattuglie accompagnate da cani, operative durante tutto il giorno.

Con il passare degli anni, crebbe il numero dei tentativi di fuga oltre il muro, che spesso andarono a buon fine, anche se cercare di scappare era davvero diventato pericoloso.

Fra il 1961 e il 1989, più di 5.000 persone cercarono di scavalcare il muro e più di 3.000 furono detenute, mentre circa 100 persone morirono nel tentativo.

La caduta del muro venne motivata dall’apertura della frontiera fra Austria e Ungheria, nel maggio 1989, dato che i tedeschi viaggiavano sempre di più in Ungheria, per chiedere asilo nelle differenti ambasciate della Repubblica Federale Tedesca.

Il 18 ottobre, arrivarono le dimissioni del leader della Ddr, Erich Honecker, che ancora a gennaio aveva preconizzato vanamente altri ‘cento anni di Muro’.

Le grandi manifestazioni che si tennero ad Alexanderplatz fecero sì che il 9 novembre 1989 il governo della Repubblica Democratica Tedesca annullò il divieto di raggiungere la zona ovest della città.

Questo stesso giorno, migliaia di persone si radunarono nei punti di controllo, per attraversare l’altro lato, poi il giorno seguente, si aprirono le prime brecce nel muro e iniziò la sua distruzione.

Ormai liberi, familiari e amici s’incontrarono, dopo 28 anni di separazione forzata.  La riunificazione tedesca  fu poi formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

Tra i momenti simbolo del Muro si annoverano: la visita a Berlino del 26 giugno 1963, del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy tenne un discorso pubblico che sarebbe divenuto uno dei momenti simbolo della Guerra Fredda, con la sua frase in tedesco “ Ich bin ein Berliner!” (sono un berlinese).

Il discorso di un altro presidente statunitense Ronald Regan, che tenuto presso la Porta di Brandeburgo il 12 giugno 1987 in occasione dei 750 anni di Berlino. Con l’esortazione “Tear down this wall!” (Abbatta questo muro!), rivolta al segretario generale del PCUS Michail Gorbačëv.

Il 21 luglio 1990 con il concerto a Postdamer Platz di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l’esecuzione di The Wall dal vivo.

La parte più importante del muro, rimasta in piedi, è  nella zona conosciuta come East Side Gallery, con 1,3 chilometri di muro, decorato con graffiti, che illustrano la storia del muro.

Nel percorso espositivo della Topografia del Terrore, situato vicino a Checkpoint Charlie, si trovano alcuni resti del muro, oltre alle storie più incredibili di come la gente riuscì a scavalcare il muro per fuggire a Ovest: chi scavando tunnel, chi con una mongolfiera fatta in casa, chi con un ultraleggero.