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Oggi ricordato per il suo lavoro sul Medioevo letterario, Domenico Comparetti fu anche un apprezzato studioso del mondo fiabesco italiano, apprezzato anche da Italo Calvino…

Domenico Comparetti nacque a Roma, il 7 luglio 1835, nel rione di Trastevere, da Barbara de Andrei e Agostino Comparetti, una famiglia impegnata nell’amministrazione della cosa pubblica e nelle libere professioni.

Le doti non comuni e la naturale propensione per gli studi, manifestate fin dall’infanzia, valsero al Domenico l’apprezzamento del principe Michelangelo Caetani, che volle personalmente seguirlo e consigliarlo nel suo percorso di studi.

Nel 1855 conseguì la laurea in Scienze naturali e matematica presso l’Università La Sapienza di Roma e per breve tempo lavorò nella farmacia dello zio, mentre si dedicava da autodidatta agli studi umanistici, imparando tra l’altro il greco.

Comparetti nel 1858 pubblicò sulla prestigiosa rivista Rheinisches il saggio Museum le Observationes in Hyperidis orationem funebrem, con la traduzione dei frammenti di Iperide scoperti da poco e un anno dopo ebbe la cattedra di Lingua e letteratura greca all’Università di Pisa.

Nel 1864 lo studioso pubblicò l’orazione di Iperide Per i morti nella guerra Lamiaca e, con la collaborazione di Alessandro D’Ancona, lo studio Intorno al libro dei sette savi di Roma, nel 1865, e i Saggi dei dialetti greci dell’Italia meridionale, oltre a Virgilio nella tradizione letteraria fino a Dante nel 1866, Virgilio mago e innamorato e Edipo nel 1867, e le Ricerche intorno al libro di Sindibad nel 1869.

Comparetti nel 1872 venne trasferito all’Istituto di Studi Superiori di Firenze e pubblicò a Livorno Virgilio nel Medioevo, in due volumi, un quadro accurato delle vicende della cultura occidentale da Augusto a Dante Alighieri.

Si occupò anche dello studio dei papiri di Ercolano di Filodemo di Gadara, scoperti negli scavi eseguiti nella metà del Settecento in una villa romana, detta Villa dei Papiri, raccolti dal 1855 nella Collectio prior Herculanensium voluminum quae supersunt insieme con la successiva Collectio Altera dei disegni dei papiri.

Il proprietario della villa fu identificato da Comparetti in Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, amico di Filodemo e suocero di Gaio Giulio Cesare e il risultato delle sue ricerche fu il volume La villa ercolanese dei Pisoni, i suoi monumenti e la sua biblioteca. Ricerche e notizie, pubblicato nel 1883, con una relazione sui papiri di Ercolano, catalogati e riprodotti in fotostampa, e un saggio sulla morale epicurea.

Sul tema dei papiri di Ercolano lo studioso tornò molti anni dopo con La bibliothèque de Philodème, pubblicata a Parigi nel 1910.

Nel 1875 pubblicò Novelline popolari italiane, che era parte della collana Canti e racconti del popolo italiano e ne costituiva il quarto volume, che nel 1956 Italo Calvino usò come una delle fonti del suo monumentale lavoro sulle Fiabe italiane.

Intanto Comparetti sollecitò il governo a finanziare una serie di ricerche archeologiche a Creta, affidate all’allievo Federico Halbherr che nel 1884 scoprì l’iscrizione minoica di Gortyna e condusse scavi a Festo, a Haghia Triada e a Priniàs.

I risultati di quelle ricerche furono pubblicate nella rivista Museo italiano di antichità classica, fondata da Comparetti, che pubblicò nel 1893 Le leggi di Gortyna e le altre iscrizioni arcaiche cretesi.

Studiato il finnico, lo studioso fece una serie di quattro viaggi in Finlandia, dedicati allo studio del Kalevala e nel 1891 pubblicò così Il Kalevala e la poesia tradizionale dei Finni.

Nel 1887 lasciò l’incarico accademico per dedicarsi alle proprie ricerche e fu nominato senatore il 20 novembre 1891.

Domenico Comparetti morì a Firenze il 20 gennaio 1927 e dal matrimonio della figlia Laura con l’archeologo e numismatico Luigi Adriano Milani, nacquero Albano, Piero, Giorgio ed Elisa.

Albano avrebbe poi sposato la triestina Alice Weiss, allieva di James Joyce e cugina dello psichiatra Edoardo Weiss, da cui ebbe Adriano, Lorenzo ed Elena.

Negli anni Sessanta del Novecento Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti sarebbe diventato più noto come don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana.