La classifica Censis 2020/2021 delle università italiane ha due eccellenze del Varesotto: l’Insubria e la Liuc.

Sono un’ ottima notizia per l’Insubria, classificata nel gruppo dei piccoli atenei statali in quinta posizione come lo scorso anno, ma che occupa il primo posto per occupabilità.

È di 102 il punteggio che porta il giovane ateneo al vertice per l’inserimento lavorativo dei propri laureati, con uno stacco rispetto ai 90 punti di Camerino, prima in classifica, e agli 84 dell’Università della Tuscia.

Un dato anticipato dalla recente indagine Almalaurea, dove emerge che l’86,2 % dei laureati triennali e dell’82 % dei magistrali a un anno dal titolo ha un impiego ben retribuito, contro la media italiana che è del 74,1 % e del 71,7 %.

Le categorie prese in esame dal Censis per valutare le università sono: strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità.

Tra i piccoli atenei statali, quelli che hanno fino a 10mila iscritti, l’Insubria 81 punti e si conferma quinta come lo scorso anno, quando aveva fatto un balzo in avanti di due posizioni.

Domina la classifica l’Università di Camerino, ateneo marchigiano, con un punteggio pari a 93,5, poi seguono l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (83,8 punti), l’Università di Foggia (83,7 punti), l’Università di Teramo (82,3).

Tra i mega atenei statali con oltre 40.000 iscritti nelle prime tre posizioni sono stabili l’Università di Bologna, l’Università di Padova (88,5) e l’Università di Firenze, mentre al top dei grandi atenei statali ci sono le Università di Perugia, di Pavia e di Parma.

Per le magistrali a ciclo unico dell’Insubria, Giurisprudenza con 90 punti è sesta su 48 atenei, Medicina con 77.5 è quindicesima su 37, Odontoiatria con 93.5 è seconda su 33, dopo Verona e per le lauree triennali, i posizionamenti dell’Insubria sono area economica 16° posto su 52, informatica 19° su 34, sanitaria 11° su 40, scientifica 15° su 39, scienze motorie 17° su 31, comunicazione 13° su 40.

Ora la Liuc risulta tra i 10 migliori d’Italia su questo aspetto, dopo le università statali e non statali di grandi dimensioni come quella di Bologna e la Bocconi e si conferma la vocazione internazionale dell’ateneo, che raggiunge un punteggio di 102, due in più rispetto allo scorso anno.

La valutazione tiene conto del rapporto tra iscritti stranieri e totale degli iscritti, del numero di studenti che hanno trascorso un periodo all’estero per studio o tirocinio sul totale degli iscritti al netto degli immatricolati e degli studenti stranieri che hanno passato un periodo presso l’ateneo, sempre in rapporto al totale, inoltre sono prese in considerazione la spesa a favore della mobilità internazionale e la quota di corsi offerti in lingua inglese e di quelli che prevedono l’opportunità del doppio titolo.

Per la didattica, si conferma il primato di Ingegneria sia triennale che magistrale tra gli atenei privati e l’ottimo piazzamento di Economia, al terzo posto sia per triennale che per magistrale.