tortora moviola

Trentadue anni fa, nel centro di Milano, moriva Enzo Tortora, uomo ironico, con una mimica eccezionale, amatissimo per programmi come La Domenica Sportiva, simbolo dello sport della Rai, e Portobello, con il mitico pappagallo e inventori decisamente stravaganti.

Nato il 30 novembre 1928 a Genova, Tortora era il primogenito di una numerosa famiglia di origini meridionali, molto legato alla sorella Anna, che in seguito sarà sempre al suo fianco nella preparazione degli show.

Gli esordi di Enzo Tortora avvennero sullo sfondo del night club, quando era entrato a far parte dell’Orchestra di Totò Ruta come percussionista.

Dopo aver passato il periodo universitario nella sua città natale, mentre lavorava ad alcuni spettacoli con Paolo Villaggio, il presentatore si trasferì a Roma dove, a soli ventitré anni, fu assunto dalla Rai per condurre il programma radiofonico Campanile d’oro.

Il debutto in televisione arrivò nel 1956 in Primo applauso, con Silvana Pampanini.

A quella prima trasmissione seguì Telematch, ma fu lo show Campanile sera di Mike Bongiorno a lanciare Enzo Tortora come conduttore, mentre curava i collegamenti con i paesi dell’Italia settentrionale, come Arona sul Lago Maggiore, che gli diedero l’occasione di legare con il mondo della provincia, poi raccontato nel suo Portobello.

Ma una serie di contrasti con i dirigenti della Rai spinsero il presentatore ad andare in Svizzera, dove presentò Terzo Grado, una trasmissione che raccontava anche il mondo degli italiani del Canton Ticino, come fece anni dopo anche Corrado in Un’ora per voi.

Tornato a Roma Tortora ebbe dalla Rai il compito di dirigere due trasmissioni, Il gambero, nota per il quiz dell’oggetto misterioso, e, dal 1965 al 1969 La domenica sportiva, che nelle sue mani divenne uno show ricco di ospiti e ironia, lontano dalla normale trasmissione sullo sport italiano e mondiale.

Nel 1969 un secondo scontro con la Rai portò Tortora a lavorare per alcuni anni con le prime emittenti private, come Antenna 3 e Telebiella, oltre a collaborare come giornalista presso alcuni quotidiani, tra cui La Nazione, con una serie di cronache sul rapimento di Milena Sutter e su quello dell’industriale di Vigevano Piero Torelli.

Tornato alla Rai dopo sette anni, Tortora collaborò con Raffaella Carrà nello show Accendiamo la lampada, ma in quello stesso anno ebbe inizio la trasmissione di Portobello, programma storico, con ben 26 milioni di telespettatori al venerdì sera, con rubriche come Gli inventori, Dove Sei, Fiori d’arancio, senza dimenticare il mitico pappagallo, che molti cercarono di far parlare ma senza successo.

Nel 1982 il presentatore passò a Mediaset e su Retequattro condusse Cipria, uno sguardo ironico sul mondo della politica italiana.

Il 17 giugno 1983, mentre era impegnato assieme a Pippo Baudo a condurre la rubrica elettorale Italia parla, Tortora fu arrestato in un albergo di Roma, per una serie di accuse legate a una lunga inchiesta sulla mafia campana, che si concluse con la sua assoluzione il 20 febbraio 1987 da parte della Corte di Cassazione.

Tortora tornò in televisione, prima con l’ultima stagione di Portobello, poi con Giallo, dove raccontò grandi casi di cronaca, come il rapimento di Marco Fiore, e collaborò con Alba Parietti e Dario Argento.

Enzo Tortora morì il 18 maggio 1988 nella sua casa di Milano, e oggi è sepolto nel cimitero Monumentale di Milano.