Era solo una pubblicità, incontrata a Next Vintage, ma poiché ho cambiato il mio studio nei colori bianco e blu, mi ha subito attirato.

Quella pubblicità Barilla, con una simpatica gallina stilizzata, era stata ideata dal designer grafico, cartellonista e illustratore Erberto Carboni, noto per gli slogan come Con Barilla è sempre domenica ed È sempre l’ora dei Pavesini, che per la Rai creò celebri loghi e le prime sigle televisive.

Nato a Parma il 22 novembre 1899, Carboni, dopo aver conseguito il diploma all’Istituto di Belle Arti Paolo Toschi di Parma fece il suo debutto come caricaturista sul periodico umoristico locale La puntura, con lo pseudonimo di Lince, ma collaborò anche a varie riviste, come Lidel, Novella, Dramma, Emporium e Le grandi firme, diretta da Pitigrilli.

Nel 1932 Carboni, si trasferì a Milano, dove collaborò con lo Studio Boggeri, di Antonio Boggeri, uno dei primi maestri della comunicazione in Italia, dove lavoravano nomi come Bruno Munari e Max Huber.

Ben preso Carboni, s’impose come allestitore di padiglioni espositivi, all’interno di fiere e di rassegne culturali, come la Mostra dell’Aeronautica italiana alla Triennale di Milano, lo stand Agip al IX Salone internazionale dell’auto di Milano, i padiglioni della Motta e di Navigazione Italiana alla Fiera di Milano e il Padiglione dell’Agricoltura italiana a Zagabria e la Mostra delle bonifiche italiane a Sofia.

Ma l’artista non cessò la sua attività nell’illustrazione, collaborando con L’Ufficio Moderno, La Lettura, La Rivista illustrata del Popolo d’Italia, Natura e Snia Viscosa.

Tra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Sessanta, Carboni firmò le campagne pubblicitarie di molte aziende, come l’Olivetti, nel 1935, la Shell, nel 1937, la Motta, nel 1939, la Barilla dal 1952 al 1960, la Bertolli dal 1952 e la Pavesi dal 1958 al 1970.

Proprio con l’industria, sviluppò il suo straordinario talento pubblicitario, con slogan come Con pasta Barilla è sempre domenica ed E’sempre l’ora dei Pavesini.

Nella comunicazione pubblicitaria Erberto portò la sua esperienza d’illustratore, molto legata alle tematiche del Bauhaus.

Con la Rai, nel 1948, l’artista iniziò una collaborazione che durò fino agli ultimi anni della sua vita, infatti nel 1949 realizzò il primo marchio, con le lettere squadrate e il puntino sulla i al quale, nel 1953, aggiunse il logo Tv, con la T grigia sopra una V bianca, su una base nera.

Fu  anche il creatore della seconda sigla del Telegiornale, che andò in onda alle 20,45 del 3 gennaio 1954, e disegnò il monoscopio della Rai, mandato in onda interrottamente dal 1954 al 1977.

Ma Carboni ideò anche la prima sigla televisiva dell’inizio trasmissioni, che fu trasmessa dal 1954 al 1986, due anni dopo la sua scomparsa.

Sempre dell’artista fu la sigla di chiusura delle trasmissioni, andata dal 1954 fino al 1986, e quella del 1979 della Raitre, su un brano di Piero Piccioni, intitolato Il cielo in una rete.

Con gli anni Carboni ebbe numerosi riconoscimenti, quali il Premio nazionale della grafica pubblicitaria, il Premio nazionale per l’allestimento di esposizioni, la Palma d’oro della pubblicità e il Gran premio della Triennale di Milano, fino alla morte, avvenuta a Milano il 5 novembre 1984.