Fino al 27 marzo la galleria Il Milione di Milano ospita la mostra Pittura indeterminabile di Giorgio Griffa, con le sue opere dal 1974 al 2010, simbolo della complessità della materia attraverso il segno anonimo della traccia del pennello.

Le opere esposte raccontano il percorso artistico di Griffa, dalle rigorose procedure degli anni Settante alle opere più recenti tra squillanti cromie, forme matissiane e stralci di narrazione.

La figura dell’artista è vista da Griffa come qualcuno che può innescare l’indagine critica e analitica e al tempo stesso la dimensione conoscitiva del sé attraverso il movimento.

La storia della galleria Il Milione parte nel 1930, quando Pier Maria  Bardi si trasferì a Roma e lasciò in eredità a Peppino Ghiringhelli la sua galleria di fronte alla Pinacoteca di Brera.

Peppino e il fratello Gino, con Edoardo Persico, fondarono Il Milione, dove passarono Sironi e Morandi, De Chirico, Melotti, Fontana, il gruppo degli Astrattisti di Soldati, Rho, Radice, Reggiani, Bogliardi e Ghiringhelli, senza dimenticare i dipinti degli artisti italiani dei depositi di Leonce Rosemberg, i futuristi, i lavori di Modigliani, oltre ai primi Matisse, Rouault, Kandinsky e Wolfs.

L’amicizia con Morandi, Sironi e Licini determinò l’affermazione dell’arte italiana di quella generazione, come racconta la rivista Quadrante, che Il Milione pubblicò sotto la direzione di Bontempelli e di Bardi, oltre ad altri architetti che seguirono la polemica per la nuova architettura, tra pittori come Birolli e  scultori come Melotti e Fontana.

Gino Ghiringhelli, quando le bombe distrussero Il Milione, lo condusse in Via Manzoni e, dopo la fine della guerra, in Via Sant’Andrea con il Camino e infine in Via Bigli, dando vita alla più nota galleria italiana con una fortissima reputazione internazionale.

Dopo l’attività con la Galleria del Camino, il Milione di via Sant’Andrea sviluppò l’arte italiana ed europea e nel 1949 Gino Ghiringhelli propose un’importante mostra di Picasso, cui seguì quella mostra di Wols.

Negli anni Cinquanta nella galleria esposero Romiti e Vacchi, Ajmone e Chighine, Fasce e Brunori, Ruggeri, Carmassi, Bionda e il giovanissimo Renato Guttuso con la sua prima personale, oltre a scultori come Martini, Fontana, Marini e Manzù.

Anche dopo il 1964, con la morte di Gino Ghiringhelli, l’attività della Galleria continuò con mostre che videro nomi come Milani, Feininger, Chighine, Fasce, il giovane Olivieri e Folon.

Negli anni Settanta furono organizzate le prime mostre della Pittura Analitica con Griffa, Olivieri, Pinelli e Verna cui seguirono negli anni Ottanta quelle di San Filippo, Carla Accardi, Salvo e Stefanoni.

La mostra è visitabile dalle 10.30 alle 13  dalle 15.30 alle 19 dal lunedì al venerdì e sabato su appuntamento.