Il poeta che fu il simbolo dell’Italia unita nacque un giorno di luglio di tanti anni fa…

Giosuè Carducci nacque il 27 luglio 1835 a Valdicastello, in provincia di Lucca, da Michele, medico e rivoluzionario, e Ildegonda Celli.

Il 25 ottobre 1838 la famiglia Carducci, poiché il padre aveva vinto il concorso per diventare medico di zona, si trasferisce a Bolgheri, sperduto paesello della Toscana che grazie al poeta diventerà poi noto in tutto il mondo.

Del nucleo familiare fa anche parte Nonna Lucia, una figura determinante nell’educazione e nella formazione di Giosuè tanto che il poeta la ricorda con grande affetto nella poesia Davanti San Guido.

Quando durante i moti rivoluzionari scoppiò un conflitto tra Michele Carducci e la parte più conservatrice della popolazione bolgherese l’evento portò la famiglia al trasferimento nella vicina Castagneto dove rimase per quasi un anno.

Il 28 aprile 1849 i Carducci arrivarono a Firenze, dove Giosuè frequentò l’Istituto degli Scolopi e conobbe Elvira, figlia di Francesco Menicucci, sarto militare.

Dopo la laurea, conseguita alla Normale di Pisa con il massimo dei voti, insegnò retorica al liceo di San Miniato al Tedesco.

Nel 1857, anno in cui compose le Rime di San Miniato, mercoledì 4 novembre si uccise il fratello Dante squarciandosi il petto con un bisturi e l’anno dopo morì il padre del poeta.

Dopo un anno Carducci si sposò con Elvira poi, con la nascita delle figlie Beatrice e Laura, si trasferì a Bologna, per insegnare eloquenza italiana all’Università.

Quando il terzogenito Dante mori di tifo a soli tre anni, Carducci, duramente colpito, nel giugno 1871 compose Pianto antico.

Negli anni Sessanta, lo scontento provocato in Carducci dalla debolezza mostrata in più occasioni dal governo postunitario sfociò in un atteggiamento filo-repubblicano.

Ne risentì anche la sua attività poetica, caratterizzata da una ricca tematica sociale e politica.

Con il mutare della realtà storica italiana, Carducci passò da un atteggiamento violentemente polemico e rivoluzionario a un più tranquillo rapporto con lo stato e la monarchia, che finì per essere la migliore garante dello spirito laico del Risorgimento e di un progresso sociale non sovversivo, culminato nel 1890 con la nomina a senatore del regno.

Nel 1906 al poeta fu assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, ma le condizioni di salute non gli consentono di recarsi a Stoccolma per ritirare il premio che gli fu consegnato nella sua casa di Bologna.

Il 16 febbraio 1907 Giosuè Carducci mori a causa di una cirrosi epatica nella sua casa di Bologna, all’età di 72 anni, è sepolto alla Certosa di Bologna.