Nell’edizione 2020 dei Nastri d’Argento, in ricordo di Ennio Morricone, scomparso oggi, sei premi sono andati a Pinocchio, premiato anche per la regia di Matteo Garrone e lo splendido Geppetto di Roberto Benigni, ma è Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo la sorpresa, che ha vinto come miglior film della stagione, con 5 Nastri su 9 candidature ed è premiato dai Giornalisti Cinematografici anche per la sceneggiatura, degli stessi D’Innocenzo, per il produttore, Pepito con Rai Cinema, premiati anche per Hammamet, la fotografia di Paolo Carnera e per i costumi di Cantini Parrini.

Fa il bis Pierfrancesco Favino che per il secondo anno consecutivo vince il Nastro come miglior attore protagonista per Hammamet, con le sue straordinarie capacità mimetiche e interpretative. 

Il voto ha premiato Jasmine Trinca, migliore attrice protagonista per La Dea Fortuna di Ferzan Özpetek, che ha ottenuto 3 Nastri ed è anche premiato per il cameo dell’anno a Barbara Alberti, e di Valeria Golino migliore attrice non protagonista in 5 è il numero perfetto film d’esordio di Igort e Ritratto della giovane in fiamme di Cèline Sciamma.

Nell’ambito della commedia, è Figli di Giuseppe Bonito che ha ottenuto riconoscimenti anche per i protagonisti, con Paola Cortellesi come la miglior attrice per una commedia, al terzo Nastro dopo Come un gatto in tangenziale nel 2018 e Ma cosa ci dice il cervello nel 2019, e Valerio Mastandrea come il miglior attore per una commedia.

Oltre alla miglior attrice protagonista, La Dea Fortuna ha vinto anche i premi per la musica, con il Nastro a Pasquale Catalano per la miglior colonna sonora, in cui spunta anche la voce di Mina, ex-aequo con Brunori Sas per Odio L’Estate, e per la miglior canzone con Che vita meravigliosa, interpretata da Diodato, che prosegue una stagione unica dopo la vittoria al Festival di Sanremo e un anno pieno di successi.

I Nastri d’Argento furono fondati dal sindacato dei giornalisti cinematografici nel 1946, da un gruppo di giornalisti e saggisti di cinema, alcuni dei quali divennero in seguito registi, come Steno e Mario Soldati, che ne fu primo presidente e autori come Michelangelo Antonioni e Antonio Pietrangeli.
Il primo regolamento motivava il Nastro d’Argento come una manifestazione per promuovere il continuo miglioramento artistico, tecnico e industriale della cinematografia italiana e rendere omaggio alle sue rilevanti acquisizioni, e fu consegnato per la prima volta nel 1946 a Roma, all’Hotel de Russie.

Le edizioni si tennero tra Roma e Taormina, con l’eccezione di alcune edizioni particolari, come a Firenze, dopo l’alluvione del 1966, in segno di solidarietà, e, nei suoi primi anni di vita, anche a Sorrento.

Nelle prime edizioni i premi sono stati conferiti ai film presentati nel corso dell’annata considerata, che si conclude con la fine dalla stagione, poi  sono stati attribuiti alle pellicole uscite nell’anno solare, mentre successivamente sono stati di nuovo assegnati ai film usciti in sala entro i giorni seguenti al Festival di Cannes, quindi entro gli ultimi giorni di maggio, quando vengono annunciate le ‘cinquine’ finaliste dove è dedicata una manifestazione con tutti i candidati ai premi.

Dopo alcune edizioni nella sede dell’Accademia di Francia a Villa Medici, l’evento si tiene, sempre a Roma, nello spazio del Museo MAXXI.

I premi sono assegnati sulla base delle cinquine proposte dal direttivo nazionale del Sindacato al voto, degli iscritti al sindacato, giornalisti cinematografici della carta stampata, delle televisioni, delle radio e di Internet.

Con i Nastri d’argento sono premiati il film dell’anno, il regista del miglior film, l’esordiente, le attrici e gli attori, i migliori tecnici e  il direttore del casting, ma anche il miglior doppiatore.

Il Nastro d’argento è, insieme al David di Donatello, promosso dall’Accademia nazionale del cinema italiano.

Alla consegna dei Nastri d’argento sono abbinati i premi Guglielmo Biraghi assegnati dal 2001, destinati ai migliori tra i giovani attori esordienti nel cinema dell’anno, inoltre ospitano anche il premio Manfredi.