Una squadra senza paura, con i suoi colori bianco – azzurro e una Lupa che continua a farsi sentire…

La Società Podistica Lazio, nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio, fu fondata il 9 gennaio 1900 in piazza della Libertà, nel quartiere Prati di Roma, da nove ragazzi romani, guidati dal giovane sottoufficiale dei Bersaglieri e atleta podista Luigi Bigiarelli.

La Lazio nelle primissime annate calcistiche della sua storia praticò l’attività sportiva solamente a carattere locale, ma si fece subito notata come la più forte squadra di calcio della Capitale, poi partecipò alle competizioni ufficiali dal 1912, quando la FIGC incominciò a organizzare campionati nel Centro e nel Sud Italia.

Nel 1927 la Lazio, grazie al decisivo intervento del Generale Giorgio Vaccaro, fu l’unica società capitolina a resistere all’idea del regime fascista di riunire tutte le squadre di Roma in un unico club, che sarebbe poi diventato l’A.S. Roma.

I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale nonché il più prolifico attaccante italiano di tutti i tempi, dove raggiunsero il secondo posto nella stagione 1936-1937, il miglior piazzamento in campionato antecedente alla Seconda guerra mondiale.

Gli anni Quaranta furono per i colori biancocelesti un decennio tra alti e bassi, soprattutto nel periodo dopo il secondo conflitto mondiale, quando la squadra fu orfana del bomber Silvio Piola, passato tra le fila del Grande Torino, dopo nove stagioni in maglia laziale.

Da allora la Lazio ebbe risultati altalenanti, con la vittoria del primo trofeo ufficiale, la Coppa Italia del 1958, poi retrocesse per la prima volta in Serie B nel 1961, ma ritornò in massima serie due anni dopo e retrocesse nuovamente nel torneo 1970-1971.

Tornata in Serie A nella stagione 1972-1973, la Lazio si dimostrò all’altezza di Juventus e Milan, e sfiorò la vittoria perdendo all’ultima giornata sul campo del Napoli.

Cuore della squadra era il difensore, nonché capitano, Pino Wilson, oltre a centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, dal bomber Giorgio Chinaglia e dal grande tecnico Tommaso Maestrelli.

Questa Lazio conquistò l’anno successivo il primo titolo in Serie A, nel campionato 1973-1974, ma dovette affrontare alcuni avvenimenti che segneranno in maniera profonda le stagioni a venire, come le tragiche scomparse di Re Cecconi e Maestrelli e il trasferimento di Chinaglia negli Stati Uniti. Unica eccezione l’attaccante Bruno Giordano che, dopo aver raccolto la pesante eredità di Chinaglia, nel 1979 divenne capocannoniere della massima categoria consentendo alla Lazio di ottenere l’ottavo posto in campionato.

L’anno dopo, la Lazio fu, da una sentenza del Giudice Sportivo, retrocessa in Serie B per uno scandalo per scommesse illecite che coinvolse alcuni suoi giocatori e altri del Milan e rimase tre stagioni nella serie cadetta, tornò nella massima categoria nel 1983, dove riuscì a rimanere anche l’anno successivo grazie ad una salvezza raggiunta all’ultima giornata.

La stagione 1984-1985 portò a una nuova retrocessione dopo che la squadra si classificò all’ultimo posto, raccogliendo solamente 15 punti, pur avendo calciatori come D’Amico, Giordano, Manfredonia e Michael Laudrup.

Nel 1986, la Lazio fu colpita da una nuova penalizzazione di 9 punti per uno scandalo sempre sulle illecite scommesse, che coinvolgeva il capitano Claudio Vinazzani.

La squadra romana che tornò in Serie A nel 1988 e, grazie a un’attenta gestione del patrimonio finanziario da parte del presidente Gianmarco Calleri, cominciò competere per i primissimi posti della classifica.

La Lazio si piazzò seconda in Serie A nel 1995, terza nel 1996 e quarta nel 1997, fu nuovamente seconda a un solo punto dal Milan all’ultima giornata nel 1999 per poi vincere il suo secondo Tricolore nel 2000, anno in cui vinse anche la Coppa Italia.

E nell’ultimo campionato, diverso per l’emergenza sanitaria, ha regalato ai suoi tifosi tante soddisfazioni.