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Una squadra forte come la Lupa, luminosa come il giallo del sole, dal cuore rosso come la sua bandiera…

La As Roma venne fondata il 7 giugno 1927, quando fu sancita una fusione fra le tre società sportive romane, Fortitudo-Proroma, presieduta dal marchese Sacchetti; Roman Football Club, presieduto da Vittorio Scialoja e Alba-Audace, presieduta dall’onorevole Igliori.

Italo Foschi fu il primo presidente, mentre la presidenza onoraria venne offerta a Umberto Guglielmotti, nello stemma la lupa capitolina e i colori sociali che erano quelli del gonfalone del Campidoglio, il giallo e il rosso. La sede della Roma fu posta nel rione di Campo Marzio, in Via degli Uffici del Vicario 35, vecchi uffici del Roman. Primo capitano Attilio Ferraris, poi Campione del Mondo nel 1934.

Come allenatore fu scelto il tecnico inglese William Garbutt, in carica dal 1927 al 1929, mentre il massaggiatore Angelo Cerretti fu il testimone delle vicende romaniste per oltre quarant’anni. L’entusiasmo e il calore con cui i tifosi avrebbero sostenuto la Roma fu testimoniato nell’amichevole con gli Ungheresi dell’Ujpest, disputata il 18 luglio 1927, al Motovelodromo Appio.

Il 25 settembre iniziò il campionato e la squadra giallorossa debuttò con un 2-0 contro il Livorno.

In quel campionato, la Roma si piazzò all’ottavo posto con diciotto punti e l’anno successivo, battendo il Modena in finale, vinse la Coppa Cono, antenata della Coppa Italia. Nel 1928 approda in giallorosso Fulvio Bernardini che per dieci anni sarà l’altro punto di riferimento della squadra. In seguito sarà poi DT della nazionale italiana, negli anni 70.

Alla quinta partita del campionato 1929-30, la Roma inaugurò il suo stadio, nel cuore del quartiere popolare del Testaccio, che per dieci anni fu simbolo della squadra e dei suoi tifosi.

Intanto Italo Foschi cedette la società a Renato Sacerdoti, uomo che ricoprì un ruolo di primo piano nella storia della società giallorossa cui, verso la fine degli anni Trenta, succedette prima Scialoja e poi Betti, presidenti che prepararono il terreno per il primo scudetto giallorosso, giunto nel 1942 sotto la presidenza di Edgardo Bazzini, conquistandolo proprio all’ultima giornata superando il Modena per 2-0, con allenatore l’ungherese Alfréd Schaffer. Simbolo di quella squadra è il centravanti Amadeo Amadei che con la maglia romanista detiene anche due record; è il più giovane giocatore di sempre ad aver segnato in Serie A, ed è stato il più giovane, a 15 anni e 280 giorni, ad avere esordito nella massima serie.

Il 18 novembre 1944 l’Assemblea dei soci nominò l’onorevole Baldassarre, che rimase al comando della Roma per i quattro anni successivi e s’impegnò per assicurare la continuità dell’attività calcistica a Roma.

A Baldassarre subentrò poi Pier Carlo Restagno che guidò la società per due anni per poi riconsegnarla nelle mani di Romolo Vaselli cui succedette Renato Sacerdoti, pronto ad altri sei anni di presidenza. Sacerdoti fu richiamato alla presidenza dopo la discesa in Serie B della società. Per la risalita il presidente si affidò a “Gipo” Viani, che riuscì subito nell’impresa.

Dopo Sacerdoti toccò ad Anacleto Gianni, e successivamente a Marini Dettina e poi a Evangelisti. Sono gli anni del trasferimento dallo stadio Torino allo Stadio Olimpico (17 maggio 1953) e dell’ingaggio dell’ala uruguagia Ghiggia, di Da Costa e di Giacomino Losi, 386 presenze in giallorosso.

Gli anni ’60 si aprirono con l’affermazione in Coppa delle Fiere superando il Birgmingham in finale, primo trofeo internazionale dei giallorossi e unica squadra italiana a conquistare la coppa.

Sono gli anni dell’argentino Manfredini detto piedone, della mezzala Lojacono e del bomber Angelillo. Dal vivaio spuntò il talento di De Sisti.

Nel 1964, arrivò anche la Coppa Italia conquistata in finale contro il Torino. Arrivò anche una grave crisi finanziaria, risolta con una colletta organizzata dal Teatro Sistina.

Dopo la presidenza di Francesco Ranucci, arrivò Alvaro Marchini, che passò alla storia per i suoi litigi con Helenio Herrera.

Marchini decise di dimettersi quando, a seguito della cessione alla Juventus dei tre giallorossi Capello, Spinosi e Landini, incominciarono le contestazioni da parte della tifoseria giallorossa. Seguirono gli otto anni di presidenza di Gaetano Anzalone, durante i quali la società non riuscì a ottenere risultati soddisfacenti e agli inizi degli anni Ottanta la società passò nelle mani di Dino Viola che riuscì a risollevare l’immagine della società e a conquistare il secondo scudetto al termine del campionato 1982-83. Sono gli anni di Paulo Roberto Falcao, Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei, Sebino Nela, Franco Tancredi e del bomber Roberto Pruzzo, guidati al titolo dallo svedese Nils Liedholm. Il 30 maggio 1984, i giallorossi disputarono la finale di Coppa dei Campioni in casa contro il Liverpool, una partita tirata e sportivamente drammatica, che si concluse con la vittoria degli inglesi ai rigori.

Dopo la scomparsa di Viola, nel gennaio del 1991, la vedova Flora prese le redini della società e seguirono i due anni della gestione Ciarrapico nella quale la società conobbe uno dei periodi più neri dal punto di vista economico-finanziario, cui seguì la gestione momentanea della coppia Sensi-Mezzaroma. Nella stagione 1992-93 sotto la guida di Vujadin Boškov, fa il suo esordio in prima squadra Francesco Totti, giocatore simbolo dei giallorossi. Totti scende in campo a soli 16 anni il 28 marzo 1993, nei minuti finali della partita Brescia-Roma. Nelle stagioni seguenti con Carletto Mazzone in panchina Totti diventa pedina fissa dello scacchiere romanista.

Nella stagione 1993-94 Francesco Sensi divenne il diciannovesimo presidente della storia giallorossa, portandola al suo terzo scudetto. La squadra era affidata a Fabio Capello, trascinata in campo dal talento di Francesco Totti, con lui il suo alter ego Daniele De Rossi, i brasiliani Zago, Cafù, Aldair, Emerson, il giapponese Nakata, il francese Zebina, gli argentini Batistuta, Balbo e Samuel, quindi Tommasi, Del Vecchio e Montella.

Il 17 agosto 2008 all’età di 82 anni si spegne il presidente Sensi, al suo posto subentra la figlia Rossella, che rimase in carica di fatto sino al 27 settembre 2011, quando cedette il testimone all’americano Thomas Di Benedetto che divenne il nuovo presidente dell’A.S. Roma e dopo un anno, il 27 agosto 2012, gli succedette James Pallotta, altro italo – statunitense.

Il 28 maggio 2017, Francesco Totti disputò contro il Genoa la sua ultima partita con la maglia della Roma, lasciando i giallorossi dopo 25 stagioni in prima squadra, con 619 presenze e 250 reti in campionato. La sua fascia di capitano, viene prese da Daniele De Rossi che disputerà la sua ultima partita all’Olimpico il 26 maggio 2019, dopo 19 stagioni con 459 gare disputate e 43 reti.

Dal 17 agosto 2020, Dan Friedkin è il 25° presidente della Roma.