Il nome ametista deriva dal greco amethystos, cioè non ebbro e rimanda al mito cui è legata questa gemma.

Si racconta che il dio del vino, Dionisio per gli antichi greci e Bacco per gli antichi romani, combinasse spesso una serie di guai, specie dopo aver bevuto il buon succo d´uva.

Un giorno Dionisio, che era come il solito ubriaco, dopo esser stato ignorato da un passante, giurò di vendicarsi sul primo che gli fosse venuto incontro.

In quel momento arrivò Ametista, una bellissima fanciulla, discepola di Artemide, verso cui Dionisio mandò contro due tigri fameliche, poi rimase in attesa di gustarsi lo spettacolo.

Ma Artemide trasformò di colpo Ametista in una statua di Quarzo, pura come la sua virtù, così Dioniso, in preda ai rimorsi, versò lacrime di dolore nella sua coppa di vino.

Le lacrime si mischiarono al vino nella coppa e Dionisio rovesciò accidentalmente il vino sulla statua, creando così la gemma purpurea oggi nota come l’ametista.

Leonardo da Vinci (1452-1519) scrisse che l’ametista poteva scacciare i cattivi pensieri e acuire l’intelligenza, mentre Plinio il Vecchio (23-79 d. C.), autore dell’Historia Naturalis, disse che se il nome della luna o del sole venisse inciso su un´ametista appesa al collo di un babbuino, era un amuleto contro la stregoneria e un talismano per quelli che presentano suppliche ai principi.

Dal sigillo di Cleopatra, alla collana di ametista della regina Charlotte, l’ametista per secoli fu legata al potere ed era molto amata anche nel Medioevo dal clero cattolico.

L’ametista appartiene alla famiglia dei quarzi macrocristallini, formati da grandi cristalli, insieme al citrino, al quarzo rosa e all’occhio di tigre, mentre il suo colore va dalle tonalità rosa pastello fino al porpora scuro.

Reperibile in diverse quantità in ogni continente, l’ametista può variare in rapporto alla provenienza, oggi il Brasile è la zona estrattiva più celebre e le prime ametiste brasiliane arrivarono in Europa già nel 1727.

Anche l´Uruguay possiede dei giacimenti importanti, dove i suoi esemplari presentano una tonalità viola intensa e profonda, mentre altre fonti si trovano in Madagascar, Kenya e Zambia.

L’ametista Siberiana, di un profondo colore porpora, è oggi poco nota, anche se a volte può capitare di sentir usare il termine Siberiana per descrivere un´Ametista dal colore intenso di origine indefinita.