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La storia di un luogo per vivere momenti di relax, passeggiando per sentieri immersi nella natura, e ammirare panorami mozzafiato, vive in un museo molto particolare…

La Val Cavargna, in provincia di Como, confina con la Val Sanagra, nota per i suoi patrimoni quali l’Ecomuseo e il parco, e la Valle di Rezzo.

Da sempre la porta d’accesso della Val Cavargna è considerata il comune di Carlazzo, tappa ideale per cominciare il percorso alla scoperta dei territori della vallata.

Disposti lungo questo itinerario ci sono Cusino, San Bartolomeo, San Nazzaro e Cavargna, i quattro comuni della valle, popolati da meno di 2.300 abitanti, poi si giunge a Val Rezzo, per terminare il tragitto con il piccolo comune di Corrido, direzione Porlezza e Lago di Lugano.

Il museo della Valle è un vero e proprio libro sul passato di questo mondo, un’esauriente documentazione delle antiche civiltà della vallata, tra cui anche quella estrattiva e siderurgica, ora scomparsa ma un tempo molto attiva e non si riduce alla conservazione e all’esposizione degli oggetti raccolti, ma testimonia gli eventi della vita, per permettere di comprendere l’uomo, nella sua dimensione storica, psicologica e sociale.

Questo complesso si trova a Cavargna, a partire dal 1982, per mantenere vivo il ricordo dei costumi di un tempo, per conservare le tradizioni e i manufatti, sono stati collocati ricostruendo il loro originario contesto.

È stata prestata una particolare attenzione anche alle chiese della Valle, dalla prima in basso, Sant’Ambrogio di Cusino, all’oratorio montano di San Lucio, in alto sul confine con la Svizzera a 1.500 metri d’altitudine; alle visite pastorali, da quella di San Carlo del 1582 sino a quelle del cardinale Carlo Maria Martini nel 1982, 1983 e nel 1997.

Si succedono nel museo, illustrati da didascalie e pannelli, i diversi ambienti dedicati alle testimonianze della vita quotidiana, come il portico dei magnani, la fucina del fabbro-ferraio, il settore della religiosità popolare dove recentemente è stato allestito l’altare della vecchia chiesa parrocchiale di San Lorenzo in Cavargna, con le statue lignee restaurate e ripristinate nei loro colori originali; l’ambiente della stalletta di montagna, l’allevamento del bestiame, la lavorazione del latte e la produzione casearia; il bosco, la carbonaia, per la produzione del carbon di legna, necessario alla fusione del minerale del ferro collegato alla locale siderurgia, la lavorazione del legno; la produzione delle farine e della pasta; la filatura e la tessitura; i locali della casa, la camera da letto, la cucina, il costume tradizionale delle donne della Val Cavargna, le attività del muratore e del calzolaio, dell’arrotino.

Alcuni esemplari della locale fauna alpina testimoniano nel museo la presenza in zona di cervi, camosci, volpi, tassi, galli forcelli, beccacce.

Il museo si trova nei pressi della chiesa parrocchiale ed è aperto la domenica dalle 14 alle 17, ma è visitabile anche a richiesta rivolgendosi alla trattoria Butti.