A circa un’ora di Milano, in provincia di Lecco, il paese di Imbersago ci attende per mostrarci un Santuario pieno di poesia e di storia.

Agli inizi del 1615, i giovani pastori che conducevano le loro greggi a pascolare nella valle dell’Adda raccontarono di aver visto, in un bosco che si trovava nei dintorni, una signora del volto celestiale, avvolta in una luce azzurra.

Inizialmente le autorità locali credettero fosse solo un fenomeno di autosuggestione collettiva, ma ben presto furono costretti a ricredersi quando, il 9 maggio del 1617, tre pastorelli portarono a casa un riccio di castagna maturo, il che per quella stagione era del tutto inconcepibile.

Gli abitanti in poco tempo capirono di essere stati testimoni di qualcosa di unico e meraviglioso e presero la decisione di far erigere un santuario in onore della Madonna.

Verso il 1632 il giovane architetto Gaspare Brambilla fece edificare una cappella, dove era avvenuto il miracolo del riccio, primo nucleo di quello che sarebbe diventato il Santuario della Madonna del Bosco.

Dal 1641 fino al 1646 si ebbero i lavori per il santuario vere e proprio, su progetto di Carlo Buzzi, che lo aveva elaborato con una pianta a doppio ottagono, molto utilizzata nei templi mariani del rinascimento.

Nel 1654 Giuseppe Villa lavorò all’ancòna, mentre Domenico Riva due anni dopo fuse la campana della torre principale.

Dopo una breve pausa per la mancanza di fondi, nel 1677 il santuario venne ampliato, fino a raggiungere le attuali dimensioni.

Verso gli inizi dell’Ottocento venne completata la Scala Santa, con ben 349 gradini, poi ricostruita nel 1981 in seguito ai danni causati di una frana.

Un altro ampliamento avvenne alla fine dell’Ottocento, mentre l’8 dicembre del 1896 la giovane Teresa Secomundi disse di aver visto la Madonna, che l’aveva aiutata a entrare nel santuario.

Ma la fama del santuario oggi è legata al nome di Angelo Roncalli, il Papa Buono Giovanni XXIII, che fin da piccolo lo visitava assiduamente con i fratelli e i genitori.
Quando il 29 agosto del 1954 il complesso venne incoronato, fu proprio Roncalli, allora patriarca di Venezia, a svolgere la solenne cerimonia e in seguito, più di una volta, vi si recò come pellegrino.In suo onore nel 1962, gli venne innalzato un monumento che illustrava le tappe più significative della sua vita, inaugurato dall’allora cardinale Montini, futuro Paolo VI.

Anche altre personalità illustri arrivarono a visitare il santuario, tra queste ricordiamo Emilio De Marchi, che vi ambientò il suo romanzo Giacomo L’idealista, Luigi Santucci e il cardinale e arcivescovo di Milano Schuster.

Chi entra oggi nel santuario vi trova sull’altare maggiore una statua risalente al 1888 della Vergine con il Bambino, mentre nella navata di sinistra vi è una pala con la Pietà.

Un altro importante tesoro del santuario è la collezione di 112 tavolette di ex voto, che hanno avuto l’onore di uno studio approfondito di Natale Perego, che scoprì che, tra il 1862 e il 1878, ci fu un artista, ancora oggi ignoto, che si occupò di lavorare a questi piccoli tesori artistici nascosti.