Leonardo da Vinci ha lasciato meravigliose opere, amate in tutto il mondo.

Ma forse il più famoso è la Gioconda o Monna Lisa, con il suo misterioso sorriso e una lunga serie d’ipotesi sull’identità della donna che posò per questo capolavoro senza tempo.

Si racconta che il dipinto fu commissionato dal ricco mercante di seta Francesco del Giocondo e sua moglie Lisa, per celebrare la nascita del loro secondo figlio, ma il dibattito su questa ipotesi continua ancora oggi.

Da Vinci iniziò l’opera nel 1503 e vi lavorò per quattro anni, poi a Parigi nel 1516, dove si era trasferito su invito del re di Francia, riprese il suo lavoro sulla Gioconda e ci vollero altri tre anni per completarlo.

Leonardo usava tecniche nuove per l’epoca, infatti, la pelle della Gioconda sembra brillare, grazie agli strati di oli trasparenti, Da Vinci era uno scienziato e applicò queste sue conoscenze di anatomia per dare realismo alla Gioconda, oltre a usare lo studio sui colori cangianti del paesaggio.

Quando morì, lasciò la Gioconda al re Francesco I, che conservò il dipinto nel suo alloggio privato al Palazzo di Fontainebleau.

Alla morte del re, la stanza fu trasformata in una galleria d’arte e Luigi XV portò il dipinto alla Reggia di Versailles, in seguito il dipinto fu anche appeso nella camera da letto di Napoleone, nel palazzo delle Tuileries.

Ma Monna Lisa trovò una sede permanente solo nel 1793, quando il Louvre di Parigi aprì la collezione d’arte reale per il suo pubblico.

Agli inizi del Novecento la Gioconda fu al centro di una storia che fece scalpore.

Il 21 agosto 1911, mentre il dipinto si trovava al Salon Carré del Louvre, un artista, vedendo lo spazio vuoto, scoprì che la Gioconda era stata rubata.

Il museo fu chiuso per una settimana per le indagini e il poeta francese Guillaume Apollinaire venne arrestato poiché si temeva fosse in qualche modo implicato nel furto e lui, a sua volta, accusò l’amico Pablo Picasso, ma entrambi furono prosciolti da ogni accusa.

Il dipinto fu ritrovato solo nel 1912 quando si scoprì che il dipendente del Louvre Vincenzo Peruggia lo aveva rubato nascondendolo sotto la giacca dopo la chiusura, convinto che l’opera appartenesse all’Italia, essendo stata dipinta da Leonardo da Vinci.

Successivamente Peruggia fu arrestato mentre cercava di vendere il quadro e la Gioconda fu restituita al Louvre nel 1913, dove si trova ancora oggi, continuando a incuriosire i suoi ammiratori.

Alla strana storia del furto Gabriele D’Annunzio, che allora viveva in Francia, dedicò il racconto L’uomo che rubò la Gioconda, pubblicato postumo solo nel 1949.

Durante la seconda guerra mondiale, si temeva la Gioconda potesse essere danneggiata dalle bombe o rubata dai nazisti, così il dipinto fu portato via in un’ambulanza nel 1939, trascorrendo la guerra in clandestinità.

Oggi il sorriso enigmatico della Gioconda e lo sfondo del paesaggio hanno ispirato pagine di letteratura, di critica, di studio e suggestioni, ma sfuggente, ironica e sensuale allo stesso tempo, Monna Lisa è stata sempre adorata, contemplata.