Quando si parla di Dante, tutti pensano a Firenze, ma la sua tomba non si trova li, ma a Ravenna, dove morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.

Fu proprio in Emilia Romagna, che il Sommo Poeta, esiliato dalla sua città natale, visse i suoi ultimi anni ed è possibile visitare il sepolcro neoclassico che contiene le sue spoglie.

Grazie ai monaci dell’attiguo convento di San Francesco le ossa di Dante per diversi secoli furono conservate gelosamente, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportare le spoglie in terra toscana, oltre che dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

La Tomba di Dante venne realizzata nel Settecento, su commissione del cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga, tra il 1780 e il 1782.

Ha una pianta dalla forma di un tempietto neoclassico, a pianta quadrata, con una piccola cupola che fa da copertura e segue i dettami neoclassici dell’epoca con lo scopo di restituire nobiltà e decoro alla sepoltura dantesca che fino ad allora era ospitata all’interno di una semplice e piccola cappella.

Si presenta con una facciata esterna molto semplice e la porta sovrastata dal simbolo del cardinale committente e sull’architrave figura la scritta: Dantis Poetae Sepulcrum.

La tomba vera e propria si trova all’interno, rivestita in marmi e stucchi preziosi, dove un sarcofago di epoca romana reca l’epigrafe commemorativa dettata da Bernardo Canaccio, scolpita direttamente sul sarcofago.

Interessante è il bassorilievo realizzato da Pietro Lombardo nel 1483, che mostra Dante davanti ad un leggio in atteggiamento pensoso.

Una curiosità è legata alla lampada votiva settecentesca sul soffitto, che è alimentata da olio d’oliva toscano, donato ogni anno dalla città di Firenze in occasione dell’anniversario dalla morte del Sommo Poeta.

Ai piedi dell’arca sepolcrale c’è una ghirlanda in bronzo e argento offerta nel 1921 dall’esercito vittorioso nella Prima Guerra Mondiale e sul lato destro si trova la raffinata ampolla realizzata da Giovanni Mayer, donata dalle città giuliano-dalmate nel 1908.

La parte esterna del monumento è collegata con il Convento di San Francesco dove si tennero i funerali di Dante e lo si estende il giardino con il Quadrarco di Braccioforte:, di un antico oratorio che prende nome da una leggenda secondo la quale due fedeli prestarono un giuramento invocando il braccio forte di Cristo, la cui immagine era posta in quel luogo.

Oggi la Tomba di Dante, il giardino con il Quadrarco e i chiostri francescani, nei quali ha sede il Museo Dantesco, fanno parte della cosiddetta Zona del Silenzio, l’area che circonda il luogo della sepoltura del poeta.