o PERICOLI facebook

Il 22 marzo 1935 nasce a Milano Lea Pericoli. Il suo nome con quello dell’amico Nicola Pietrangeli ha rappresentato per molti decenni il tennis italiano al suo livello più elevato. Charme, grazia innata e femminilità, ha portato lo stile nello sport. Ma è stata anche una cui non piaceva proprio perdere e che non ha mai mollato davanti a nulla.

Sia sul rettangolo del campo da tennis, sia nella vita dove ha primeggiato nei campi più svariati, sconfiggendo anche due volte un tumore, affrontandolo a testa alta pubblicamente, in un’epoca come i primi anni 70′ in cui la malattia non andava nemmeno nominata, diventando poi la prima testimonial della ricerca contro il cancro. Sempre un passo avanti a tutto e a tutti.

Vince la fascia di Miss Cinema Cortina e Lady Milano, ma diserta Miss Italia, dopo aver vinto le selezioni. Icona di stile, nei modi e nell’approcciarsi, ha anticipato tempi e stagioni in molti campi, suscitava entusiasmi e nuove prospettive. Ha inciso profondamente sul costume di quegli anni contribuendo a emancipare la figura della donna in un ambito chiuso e settario come lo sport, ancorato a pregiudizi e luoghi comuni. Nell’ormai datato 1955, diede scandalo al torneo di Wimbledon, presentandosi con delle gonnelline piumate sul campo, disegnate appositamente da Ted Tinling. In un’epoca come quella degli anni cinquanta le tenniste giocavano con delle gonne rigorosamente bianche e lunghe fino al ginocchio se non oltre. Lei sorprese tutti, contro la spagnola de Riba, giocò con culotte e sottoveste rosa, cosa che fece molto scalpore, con il padre che le mise uno stop al tennis per un anno. Tornò in campo alternando mini con piume e pizzi in bella vista. Tinling confezionò per lei un gonnellino di visone, uno di penne di cigno, un abitino di petali di rose e un vestitino d’oro con le mutandine di brillanti. A queste mise eleganti e un po’ sfacciate contrapponeva un tennis istintivo e selvaggio, combattivo, fatto di grinta, caparbietà, generosità e colpi a sorpresa.  Per la sua eleganza, sia in campo che fuori, è stata soprannominata “la Divina” dal giornalista sportivo specializzato Gianni Clerici.

Lea Pericoli nasce in una famiglia benestante, a due anni a causa del lavoro imprenditoriale del padre, si trasferì in Etiopia, ad Addis Abeba. Poi a Nairobi, e Asmara e proprio qui s’innamora del tennis a nove anni, nel giardino della grande villa in cui andò ad abitare.

Pratica equitazione e soprattutto sbaraglia tutti in qualsiasi torneo tennistico cui prendeva parte.  Tornata in Italia a 17 anni, s’impone nel torneo delle Focette a Forte dei Marmi, senza essere nemmeno tesserata. Tra il 1952 e il 1953 Lea vince il titolo nazionale nella categoria juniores e, l’anno dopo, il singolare, il doppio femminile e il doppio misto nei campionati nazionali di seconda categoria; esordisce ai campionati assoluti e conquista il suo primo titolo nel doppio misto, in coppia con Giorgio Fachini. Nel 1957 conquista la Coppa Duncan a Montecarlo e nel 1958 il titolo nazionale nel singolo. Vince il torneo internazionale di Crans-Montana, e nel 1960 è ammessa come testa di serie n. 16 agli internazionali in Francia, dove arriva agli ottavi di finale. Nello stesso anno disputa anche il prestigioso torneo di Wimbledon, dove raggiunge il terzo turno nel singolare, i quarti di finale nel doppio femminile, in coppia con Silvana Lazzarino e i quarti di finale nel doppio misto, sempre in coppia con Palafox, arrendendosi alla coppia Rod Laver e Doris Hart.

Nel 1967, a Montecarlo, dopo tre finali vinte consecutivamente, il doppio Pericoli-Lazzarino è sconfitto in finale e lo stesso risultato è agli Internazionali d’Italia, dove raggiunge la finale per la quinta volta. Disputa uno splendido torneo di singolare a Wimbledon, dove raggiunge gli ottavi di finali e viene eliminata solo dalla vincitrice Billie Jean King. Agli assoluti, Lea fa tripletta, vincendo il titolo nel singolare, nel doppio con Nicla Migliori e nel misto, in coppia con l’amico Nicola Pietrangeli.

La Pericoli nel 1972 scopre di essere affetta da un tumore. Combatte e vince anche questa battaglia, è operata all’inizio del 1973 e dopo pochi mesi scende nuovamente in campo e vince. Supera il record di titoli italiani assoluti, detenuto da Nicola Pietrangeli, vincendo nel singolare e nel doppio, con Lucia Bassi.

A marzo del 1975, in coppia con Lucia Bassi, vince per la quinta volta il torneo di doppio femminile agli Internazionali di Montecarlo e in ottobre, a quarant’anni, vince il doppio del Torneo Godó di Barcellona, in coppia con Daniela Marzano, poi trionfa ai Campionati italiani assoluti, conquistando il titolo nel singolare, nel doppio, con Lucia Bassi e nel doppio misto, con Adriano Panatta, raggiungendo il record di ventisette titoli italiani vinti complessivamente in carriera.  Sono le ultime vittorie sul campo di una carriera strepitosa, per una donna che ha portato oltre i limiti dello sport. Nel frattempo, si costruisce una vita alternativa a quella della racchetta e della pallina da tennis, passando alla macchina da scrivere.

Nel 1974, Lea debutta come giornalista su La Notte e Il Giornale, diretto da Indro Montanelli ed è in seguito, autrice di alcuni libri come Questa bellissima vita (1976), C’era una volta il tennis: dolce vita, vittorie e sconfitte di Nicola Pietrangeli (2007), Maldafrica. I ricordi della mia vita (2009) e L’angelo capovolto (2011) .

Per non farsi mancare niente dal 1977, diventa conduttrice per Tele Monte Carlo, alternandosi tra la presentatrice di quiz,  interviste, programmi di costume e ovviamente commenti sul tennis ma anche sullo sport in generale.

Nel 1981 vince il Telegatto per il programma radiofonico Carta Bianca, con Gianni Rivera e Nicola Pietrangeli ed è stato anche la direttrice del torneo degli Internazionali di Italia di Tennis. Di rilievo sociale il suo impegno a sostegno di prevenzione e cura dei tumori.

Nel 2005 La Federazione internazionale le ha conferito il premio speciale Service to the game, riconoscimento dato per la prima volta nella storia a una donna e nel 2007 è stata premiata anche con l’Award of Excellence per il significativo contributo al successo della Coppa Davis Femminile. Nel 2011 ha vinto il premio Bancarella città di Pontremoli e il premio Giornalistico Bruno Raschi, due traguardi mai raggiunti da una donna. Nel maggio 2015, le è stata dedicata una targa nella Walk of Fame dello sport italiano a Roma, riservata agli ex-atleti che si sono distinti in campo internazionale. I suoi completi indossati nei vari tornei tennistici, sono esposti nel Victoria & Albert Museum di Londra.