Il Cenacolo prese vita dal genio di Leonardo oltre cinquecento anni fa, ma ora un app e un sito web lo lanciano nel futuro.

Il Cenacolo si proietta nel futuro, come ha sempre fatto il suo autore Leonardo da Vinci, rinnovandosi grazie a un progetto digitale a tutto tondo, comprensivo di sito internet, canali social e perfino realtà aumentata.

Un’idea innovativa che si sviluppa intorno a un’app dedicata all’opera, che permette agli utenti di realizzare percorsi interattivi aumentando in maniera considerevole la fruibilità di un museo che è una delle realtà culturali più note al mondo, specialmente nell’anno della celebrazione dei 500 anni del genio rinascimentale.

Un progetto innovativo e nuovissimo, presentato proprio oggi da Emanuela Daffra, direttore del Polo museale regionale della Lombardia, nel corso di una conferenza stampa durante la quale si è testata in diretta l’esperienza virtuale, che completa in maniera perfetta l’esperienza dell’opera stessa.

Il Cenacolo 4.0, questo il nome del progetto, è già attivo dal mese di agosto su Instagram, come del resto è anche scaricabile sugli app store, mentre a breve farà anche il suo esordio su Facebook. Un servizio davvero innovativo di fruibilità dell’opera ma anche ai fini organizzativi, poiché consente tramite l’applicazione di prenotare e acquistare biglietti, oltre che ricevere informazioni e percorsi sulla Milano leonardesca, per bambini e ipovedenti.

Leonardo dipinse l’Ultima Cena su una parete nel Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie per ordine di Ludovico il Moro dal 1494 al 1497.

L’artista non si affidò alla tradizionale tecnica dell’affresco, con una veloce stesura del colore sull’intonaco ancora umido, ma sperimentò un metodo che gli consentiva di intervenire sull’intonaco asciutto e, quindi, di tornare a più riprese sull’opera curandone ogni minimo particolare.

Ma le intuizioni di Leonardo si rivelarono sbagliate e ben presto, per una concomitanza di cause, la pittura cominciò a deteriorarsi, cosi nei secoli si susseguirono molti restauri per tentare di salvare il capolavoro.

Nel 1999, dopo vent’anni di lavoro, si è concluso l’ultimo intervento conservativo che, con la rimozione delle tante ridipinture, ha riportato in luce quanto restava delle stesure originali.