Visibile nelle notti autunnali dal 23 ottobre al 22 novembre, la costellazione dello Scorpione è legata a doppio filo a quelle della Bilancia e della Vergine.

Cuore della costellazione è Antares, una stella situata proprio al centro dello Scorpione, già conosciuta dai persiani, nel 300 a.C. circa, con il nome di Satevis.

In quell’epoca gli astrologi persiani osservavano un gruppo di stelle da loro nominate nei saggi come le quattro stelle reali, o i Guardiani del cielo.

Gli antichi egizi adoravano lo scorpione, che identificava la divinità detta Serqetm considerata la protettrice di un’altra divinità chiamata Qebesenuet.

Serqet dagli egizi era chiamata anche La Signora del Cielo e di tutti gli Dei.

Ma lo scorpione come mai nei secoli divenne il simbolo di questa costellazione, che conduce all’inizio del mese di novembre e verso l’inizio dell’inverno?

Bisogna dire che gli scorpioni si riconoscono dalla lunga coda, che in realtà non è che il loro addome, composto da sei segmenti articolati di cui l’ultimo ristretto, che costituisce la coda, termina con un artiglio dilatato curvo e ricurvo modificato all’estremità in un lungo aculeo, attraverso cui viene iniettato il secreto delle ghiandole velenifere in esso contenuto.

Osservando un po’ lo scorpione si nota che questi, oltre ad un paio di pinze, ha quattro paia di zampe che, alzando ben a dodici il numero degli elementi costitutivi, dà allo Scorpione un valore numerologico sacro per gli antichi come quello dello zodiaco.

Benché appartenenti al gran triangolo dei segni d’acqua, secondo l’astrologia, gli scorpioni non bevono mai e vivono soltanto nei paesi caldi.

I popoli africani pensavano inizialmente che i malefici fossero opera dello scorpione, un animale, per loro angosciante, a volte nero, a volte grigio, a volte bianco, a volte giallo.

La mitologia greca vede lo scorpione come uno dei protagonista della leggenda di Orione, figlio di Nettuno e d’Euriale che, secondo Omero, era un gigante che amava l’astronomia, la caccia e le donne.

Di Orione si dice che la casta dea della caccia Diana lo fece morire per aver toccato il suo velo con la sua mano impura, facendo uscire dalla terra uno scorpione velenoso.

In seguito, pentita di aver causato la morte di un uomo così bello, la dea ottenne da Giove che Orione fosse situato in cielo, sotto forma di una delle più brillanti costellazioni.

La caduta del Sole sotto il segno dello Scorpione rivela lo splendore delle stelle, da sempre simbolo della notte autunnale, cosi bella e calma.