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E’ una domenica pomeriggio d’inizio maggio, quando la natura comincia a entrare in quel momento che precede l’estate.

Da Mede mi dirigo verso le colline dell’Oltrepò Pavese, in questo periodo dell’anno ricoperte da filari di vigneti, sui pendii così ordinati da sembrare pettinati.

Il cielo è limpido, con poche nuvole, mentre il mondo sembra una lunga distesa verde, baciata dal sole e punteggiata da chiese e piccoli borghi, oltre che da qualche castello.

Tutto è silenzioso, quasi irreale.

Posti come il grande ponte di ferro sul Po, Voghera, Rivanazzano, Varzi, di solito così piena di vita, sembrano congelati, i negozi chiusi, le vie del borgo antico deserte per via dell’emergenza sanitaria.

Dall’alto della collina appena dopo Rivanazzano Terme, il Castello di Nazzano sembra, muto, partecipare a questo mondo in attesa.

Anche Salice Terme, con il suo storico e abbandonato complesso termale, è silenziosa, deserta, solo due signore, rigorosamente con la mascherina, su una panchina guardano stupite la Golf rossa, la mia macchina fotografica, il mio curioso cappello bianco e si scambiano discretamente qualche impressione.

Il grande Parco delle Terme, sempre popolato da bambini e gruppi di amici è chiuso, come ogni altra attività, come il gelataio, il negozio delle pizzette e degli amaretti.

Solo la natura regna, con api e uccelli, in un contesto davvero insolito.

Nelle villette che fanno da cornice a questo paesaggio tra la pianura e la collina, molti provano un assaggio d’estate, prendendo il sole in costume, altri dipingono i cancelli o le inferriate delle finestre.

E’ un mondo tranquillo, solare, se non fosse per le strade senza auto, senza passanti senza ciclisti, sembrerebbe come sempre.

L’erba tagliata nei giardini e nei prati, i fiori, bellissimi, colorati nei vasi alle finestre, tutto sembra preparato per il domani, un giorno nuovo, forse migliore.