Il Cammino di San Carlo, che tocca le province di Novara, Verbania Vercelli e Biella, è lungo in totale 200 km, divisi in 12 tappe, che raccontano la fede del Nord Italia partendo da Arona, patria della famiglia Borromeo, e a Viverone affluisce alla Via Francigena, lungo i più importanti Sacri Monti dell’Alto Piemonte, come Orta, Varallo e Oropa.

San Carlo Borromeo è l’unico santo ad essere passato più volte tra Biellese, Valsesia, Cusio e Verbano, a partire dal 1578 fino al 1584, anno della morte, si recava da Milano a Torino per rendere omaggio alla Sacra Sindone e nel ritorno passava da Biella per salutare i cugini Ferrero Fieschi e a Varallo, dove seguiva i lavori per il Sacro Monte.

Queste strade sono ricchissime di segni continui del passaggio del santo, rappresentati da affreschi murali, cappellette e chiese dedicate, altari e dipinti, ma anche da elementi come sorgenti, fontanelle e massi.

Così è stato tracciato nel 2010 l’itinerario in dodici tappe da Arona alla Via Francigena e per innestarsi, in modo unico, nel successo che nel mondo hanno i diversi percorsi storico-devozionali, grazie all’unione tra turismo religioso e la riscoperta dei valori culturali e ambientali dei territori attraversati.

Il Cammino di San Carlo nell’Alto Piemonte è una congiunzione tra l’aspetto devozionale, con la presenza di santuari e Sacri Monti, la vicenda storica del Borromeo, passato per queste terre, e la possibilità di conoscere un territorio di grande fascino ambientale.

Nel suo tracciato il percorso tocca una ventina di santuari, spesso riconosciuti come Sacri Monti e tutelati come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco che sono il complesso devozionale di Orta, dedicato a San Francesco, la Nuova Gerusalemme del Sacro Monte di Varallo e il Santuario di Oropa, presso Biella, il maggiore santuario mariano delle Alpi, dove la devozione è verso la Madonna Nera.

Ma il percorso tocca anche i due siti palafitticoli preistorici delle Alpi, quelli di Mercurago presso Arona e di Viverone, anche loro riconosciuti dall’Unesco.

Il paesaggio, spesso modificato dall’uomo, è l’elemento che stupisce del cammino, per il suo variare continuo e per la sua diversità, composta dai grandi laghi prealpini, come Maggiore, Orta e Viverone, dalle vallate verdi della Valsesia e del Biellese e dalla Serra morenica di Ivrea.

Il Cammino di San Carlo tocca paesi e borgate alpine, parchi come la Burcina e l’Oasi Zegna ed ecomusei sulla cultura materiale locale, ma anche storie d’impresa e di lavoro delle operose vallate laniere e meccaniche del Biellese, della Valsesia e del Cusio.

Il cammino è in gran parte su sentieri e mulattiere, su alcuni tratti di strada sterrata e di asfalto in prossimità dei luoghi abitati.

Le dodici tappe hanno una lunghezza media inferiore ai 20 chilometri e sono percorribili anche in mountain bike si può trovare ospitalità negli ospizi dei santuari e negli ostelli, presenti in buon numero, ma anche in piccoli alberghi, bed and breakfast, e gli agriturismi che offrono le specialità di queste valli.