Antico coro latino natalizio, Veni, veni Emmanuel è un antifonario del XII secolo, ma più probabilmente dell’epoca altomedievale, ma le tracce sono sulla sua origine sono così poche, da non poter stabilire nessuna origine certa.

Si tratta di un inno dell’Avvento, il tempo liturgico che attende il Natale che inizia, nel rito romano, con la prima delle quattro domeniche che precedono il Natale.

Il testo, ricco di riferimenti ai testi dei profeti della Bibbia, deriva dal versetto del profeta Isaia Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio, e il suo nome sarà Emmanuele.

I versi sono stati arrangiati in molte varianti, soprattutto nel contesto dell’ordine delle antifone.

La storia delle antifone parte nel Medioevo, quando la chiesa credeva fortemente nel potere della preghiera e un folto numero di monaci andò nei vari angoli del mondo conosciuto, per dedicare la loro vita soltanto alla preghiera e al canto nei conventi da loro fondati.

Fu così che nacque l’antifona, un breve inno cantato in modo alterno da un coro diviso in due parti, ad esempio l’Antifona O iniziava con O veni e aggiungeva ogni sera uno dei nomi del Messia citati dai profeti nelle Sacre Scritture.

Molto probabilmente l’origine delle Antifone Maggiori, usate in Veni, veni Emmanuel, risale la Gallia del VII secolo, mentre la melodia del canto è legata a un inno processionale del XV secolo composto nel monastero francescano di Lisbona in Portogallo, allora abitato da suore francesi.

Nel 1851 il reverendo britannico John Mason Neale tradusse cinque delle Antifone e le pubblicò nel suo Mediaeval Hymns and Sequences dando un nuovo slancio alla diffusione di Veni, veni Emmanuel.

Successivamente la melodia venne arrangiata dal pastore anglicano Thomas Helmore e fu pubblicata nel 1854 nel The Hymnal Noted con il testo tradotto dal reverendo Neale.

In seguito altri traduttori e poeti lavorarono al testo di O come Emmanuel, in particolare il reverendo Thomas A. Lacey (1853-1931) e il ministro presbiteriano Henry Sloane Coffin  (1877-1954).

Il brano oggi è stato interpretato da moltissimi artisti ed è spesso contenuto nelle raccolte dei Celtic Christmas songs, anche nella suggestiva versione strumentale.