parlami di te

Ciao Paola, mi chiamo Emanuele Colosetti e prima di questo periodo di quarantena vivevo le mie giornate come un qualsiasi ragazzo della mia età.

Quasi tutti i giorni della settimana su e giù dal Conservatorio, infatti studio Organo e Composizione organistica al Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria, frequentando poi nei momenti liberi i miei amici più cari, la fidanzata, e passando la rituale mezz’ora al bar con un caffè e qualche amico.

Insomma, vivendo appieno tutti i miei impegni della settimana.

Ora le giornate possono dirsi tutte uguali.

Mi sveglio presto e mi attivo con le lezioni online del Conservatorio, rintanandomi nel mio studio e passando poi 3 ore al giorno di pratica sul mio strumento, insieme alle molte altre materie da portare avanti, senza uscire di casa naturalmente, se non per le poche spese necessarie.

Quello che manca di più è il tenere per mano la mia fidanzata e passeggiare, senza aver pensieri per la testa, come abbiamo sempre fatto prima dello scoppio dell’epidemia.

Può essere una cosa banale, semplice, ma che reputo di grande forza, soprattutto ora che non si può uscire senza essere bene attrezzati per la salvaguardia della salute.

Mi manca il sorriso delle persone cui sono più legato fuori dall’ambito familiare, ovvero gli amici, i compagni di corso, un caffè al bar la sera con qualche risata.

Le cose belle di tutti i giorni. Mi manca poi mettere le mani sull’organo del mio conservatorio, sul quale con la mia classe facciamo lezione individualmente e approfonditamente. Mi manca suonare in pubblico.

Sicuramente questo periodo mi ha insegnato una cosa, di quanto l’essere umano sia fragile, altamente vulnerabile, nonostante le grandi scoperte scientifiche e tecnologiche del nostro tempo.

Sarà un’esperienza che non cancellerò mai, perché sulla mia persona è stata una vera esperienza di vita, una sperimentazione di attaccamento alle cose che ci sono essenziali e che molte volte trascuriamo, come per esempio la prima luce del giorno.

Per ora posso dire di non rimpiangere nulla.

Ho sempre parlato con sincerità e umiltà con chiunque, senza omettere nulla, rischiando a volte di compromettere i rapporti, ma io son fatto così d’altronde, se devo dire o fare una cosa la faccio senza remore, assumendomi le mie responsabilità.

In questo periodo ho pensato di offrire a pandemia terminata un concerto in beneficenza alla Croce Rossa che ha sede nella nostra zona di Lomellina, proponendo al pubblico gli autori che sto studiando e approfondendo con maggiore impegno in questi due mesi.

La prima cosa che farò sarà tornare alla mia casa di montagna per qualche giorno, in Valle Antigorio, per poter respirare quell’anticipo di paradiso che è quel posto.

Articolo di Paola Montonati