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Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, la prima istituzione italiana per presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura, era una struttura all’avanguardia per gli anni Ottanta, quando fu progettata dall’architetto razionalista Italo Gamberini che si ispirò al Centre Georges Pompidou di Parigi preferendo però il domino dell’oro a quello del metallo, del blu e del vetro, idea confermata con gli interventi dell’architetto olandese Maurice Nio nel 2016.

Nel centro ci sono tremila metri ricchi di sale espositive, di un prezioso archivio e di oltre i sessantamila volumi consultabili nella biblioteca specializzata CID/Arti Visive, oltre a un auditorium-cinema, un bookshop, un ristorante, un bistrot e un teatro all’aperto.

Le due ali del Centro Pecci, che si collegano alle attuali sale museali, garantiscono varie soluzioni per le caratteristiche delle opere d’arte contemporanea e sintetizzano la centralità che l’istituzione ha in un contesto urbano in trasformazione, dichiarando la sua propensione ad aprirsi all’esterno.

Inoltre la nuova torre è un elemento simbolico, che ricorda un corno e un’antenna, con la funzione di rappresentare uno stendardo da vedere per visitatori e passanti, ma anche una sonda che capta i movimenti culturali ricchi di nuove correnti e tendenze.

La web-tv, che esiste dal 2016 ed è parte integrante del museo, oggi è stata potenziata grazie anche all’intervento della curatrice e autrice Alessandra Galletta.

Ogni giorno c’è un contenuto con approfondimenti sulle mostre, video d’artista, materiali d’archivio montati per l’occasione, film della programmazione del cinema del museo, contributi di scrittori, artisti e critici.

Tutte le attività del museo, dalle presentazioni dei nuovi cataloghi editi dal Centro Pecci con Nero alle conversazioni con gli scrittori della rassegna Pecci Books ai laboratori educativi d’artista, sono online così da offrire al pubblico la possibilità di entrare in contatto col museo.

Una delle più interessanti è  Centro Pecci 30×2. 30 anni x 2 minuti, un film di montaggio di Maria Teresa Soldani dedicato alla storia del museo e realizzato con materiali dell’archivio tra interviste, backstage, immagini delle mostre, dei concerti e degli incontri che l’hanno animato negli ultimi trent’anni, come quelli con Mario Merz, Barbara Kruger, Anish Kapoor, Merce Cunnigham, Wim Mertens, Vito Acconci, Federico Fellini, Ettore Sottsass e Germano Celant, che formano un caleidoscopio di facce, immagini e parole.

Nel sito del museo c’è  anche The Missing Planet. Visioni e revisioni dei tempi sovietici, un approfondimento sulla mostra in corso, curata da Marco Scotini e Stefano Pezzato, dedicata all’arte post-sovietica, i Calexico, la band di Tucson, protagonista di un memorabile concerto al Centro Pecci nell’estate 2018, il film di Anna Kauber  In questo mondo, miglior documentario italiano al 36° Torino Film Festival, sulle donne pastore in Italia, e uno speciale dedicato a Jannis Kounellis, girato durante la personale dell’artista al Centro Pecci nel 2001.