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Celebrata quaranta giorni dopo la Pasqua, la Pentecoste si fece strade nella liturgia cristiana dal IV secolo dopo Cristo, e fin dal Medioevo molte le celebrazioni con il compito di ricordare la discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa di Dio dopo la resurrezione di Cristo.

Lo Spirito Santo, è il protagonista della festa, simboleggiato con una colomba o con fiamme di fuoco, infatti molti quadri nei secoli hanno rappresentato così la nota scena del secondo capitolo degli Atti degli Apostoli.

Da questa iconografia, nacque la tradizione, presso le chiese, di far cadere petali di rosa, da cui venne la seconda denominazione della Pentecoste, quella di Pasqua rosata o Pasqua rossa, per via dei paramenti sacri usati dai sacerdoti nella funzione liturgica.

Alcune cerimonie della festa della Pentecoste, diffuse in tutta la penisola, sono ancora oggi molto suggestive.

A Orvieto, ad esempio, fin dall’epoca medievale, c’è la festa della palombella, con la discesa della colomba bianca sulla piazza del Duomo, risale, infatti, al 1404, per volontà della nobile famiglia dei Monaldeschi e da allora si ripete ogni anno.

Durante la festa, il cinquantesimo giorno dopo Pasqua, a mezzogiorno, una colomba bianca spicca il volo da un pannello che raffigura l’Empireo e, percorre, lungo una corda metallica, la notissima Via Maitani, poi raggiunge la rappresentazione del Cenacolo, allestito sul sagrato del Duomo.

Se il percorso della colomba è lineare, l’anno sarà buono.

In Sicilia, a Gangi, la Festa di Pentecoste si festeggia il lunedì con una solenne processione, dove vengono fatte sfilare per le vie della cittadina ben quaranta statue di santi, in una scenografia barocca affascinante.

Il corteo parte dalla cattedrale, e raggiunge il santuario dello Spirito Santo, dove, nel piazzale, si svolge la cursa e i miracula di santi, come omaggio alla terza persona della Trinità.

Ma il teatro della festa è l’intera cittadina, tutte le chiese sono in fermento e le strade in festa, per il ringraziamento della popolazione ai Santi e al dono dello Spirito Santo, ricevuto nel giorno di Pentecoste.

Tutti percorrono le vie del paese, toccando le chiese da cui si aggiungono, di volta in volta, numerosi simulacri, mentre le acclamazioni dei portatori si alternano ai rosari, dove s’invoca lo Spirito Santo e la Misericordia di Dio.

I santi sono poi condotti all’interno della Chiesa Madre e vengono fatti chinare verso l’immagine dello Spirito Santo.

La particolarità della processione è che le varie statue sono portate a spalla in parte da uomini, in parte da donne se il simulacro rappresenta una santa, come santa Rita, altre ancora da ragazzi, come con la statua di San Michele e alcune da ragazze, come Sant’Anna e perfino dai bambini, come San Liggiuzzu.

Molto nota è anche la fiaccolata che si tiene la sera prima della processione, che conduce l’immagine dello Spirito Santo.