E’ una storia lombarda, tra le campagne pavesi, il borgo di Morimondo e Milano, una storia di circa cent’anni fa, ma  racconta una vita che è stata un miracolo continuo e silenzioso, vissuta nell’amore per gli altri.

Decimo figlio di una coppia di contadini di Trivolzio, un piccolo paese vicino a Pavia, Riccardo Pampuri nacque il 2 agosto 1897. 

Il ragazzo trascorse la sua infanzia presso la fattoria degli zii materni, che lo avvicinarono al Vangelo e alla medicina, praticata dallo zio Giulio.

Dopo aver conseguito la maturità al Liceo Manzoni di Milano, Riccardo s’iscrisse all’Università di Pavia, con la ferma intenzione di seguire le orme dello zio.

In questo periodo Pampuri entrò a far parte del Circolo Cattolico Severino Boezio, dove si distinse per la sua grande fede e il fermo rifiuto a qualsiasi tipo di propaganda contro il mondo cattolico.

Conseguita la laurea a soli ventiquattro anni, il giovanissimo dottore ricevette il suo primo incarico, nel piccolo paese di Morimondo, noto per la sua Abbazia e allora in gravi condizioni di degrado e miseria.

Pampuri non si spaventò di fronte al gravoso incarico che gli era stato assegnato e in poco tempo riuscì ad aiutare numerose famiglie povere della zona, consegnando i medicinali necessari senza chiedere nulla in cambio, oltre ad aiutare nell’educazione cattolica numerosi ragazzi della comunità.

A solo trent’anni, nel giugno 1927, Pampuri prese la decisione più importante della sua vita: fare parte dell’ordine dei Fatebenefratelli, la confraternita dedicata dal 1537 all’assistenza ai malati.

Lasciato Morimondo nello stupore generale, il 21 ottobre 1927, il giovane dottore iniziò il noviziato nella casa religiosa di Brescia, con il nome di fra’ Riccardo, accettando anche i lavori più umili per stare vicino ai malati dell’Ospedale.

Il 28 ottobre del 1928, pronunciò i voti perpetui, diventando a tutti gli effetti uno dell’ordine.

Pur rimanendo un semplice religioso, Riccardo si occupò con grande dedizione del laboratorio dentistico di Via Moretto a Brescia, annesso all’Ospedale.

Ma all’improvviso, nel 1929, il giovane si ammalò di pleurite diventando sempre più debole e stanco, ma continuò a lavorare fino all’ultimo, stupendo perfino i sui confratelli.

Ormai prossimo alla fine, Riccardo Pampuri fu ricoverato all’ospizio di Via San Vittore a Milano, dove morì il 1 maggio 1930, a soli trentatré anni.

Ben presto iniziò a correre la voce di numerosi miracoli compiuti dopo la sua morte, che portarono Giovanni Paolo II a proclamarlo Beato il 4 ottobre 1981 e Santo il 1 novembre 1989. La liturgia lo ricorda il 1 maggio di ogni anno.