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Trentacinque anni fa, a Milano, in un giorno di fine maggio, ci lasciava Roberto Costa, partigiano, giornalista, scrittore e pittore, che diede un forte impulso alla storia del radiodocumentario in Italia….

Nato a Gravellona Toce il 6 settembre 1920, Roberto Costa fu comandante partigiano con il nome di battaglia Giorgio, membro del CLN di Legnano, il Capo Ufficio Stampa del Corpo Volontari della Libertà e fondatore e direttore di Radiotricolore, una trasmissione giornaliera sulla cronaca italiana, trasmessa nel Nord Italia.

Dal 1945 al 1977 presso la Sede Rai di Milano il giornalista lavorò prima come segretario di redazione, poi nel ruolo di radiocronista e inviato speciale, infine come caporedattore, capo servizi giornalistici, vice direttore e condirettore di sede.

Nel dicembre 1947 Costa fece la prima delle sue radiocronache, che lo vide al centro di un’immersione nel porto di Genova, con lo scafandro da palombaro, per raccontare il recupero delle navi da guerra.

Solo un mese dopo il giornalista, con un trasmettitore a spalla, percorse le vie di Milano per una radiocronaca nel traffico cittadino e con lo stesso trasmettitore fece la radiocronaca del tentativo di record mondiale di motonautica di Achille Castoldi, mentre il motoscafo correva nelle acque dell’Idroscalo di Milano.

Il febbraio 1948 lo vide prendere parte a uno spettacolo del circo equestre Jarz., dove entrò con il domatore nel recinto dei leoni e vi rimase fino alla fine dello spettacolo, poi a marzo partecipò, con Pietro Vassena, alle prime immersioni del batiscafo C3 nelle profondità del lago di Como.

Costa, sempre instancabile, seguì anche la Milano – Sanremo, un’inedita radiocronaca dalla motocicletta che fiancheggiava i ciclisti lungo il tratto della Salita del Turchino.

Nell’ottobre 1948 il giornalista, per un progetto da lungo tempo coltivato, girò il centro di Milano chiedendo l’elemosina utilizzando una serie di espedienti, tra cui dipingere Madonne con gessi colorati sui marciapiedi, con lo scopo di analizzare i punti di vista sui poveri nei vari quartieri milanesi.

Durante questa esperienza Costa conobbe barboni milanesi, che vivevano nella loro orgogliosa dignità senza elemosinare, e fece brevi registrazioni delle loro dichiarazioni, poi inserite nelle istantanee radiofoniche, trasmissioni su ambienti e personaggi diversi.

Per un anno il giornalista seguì il mondo dei barboni milanesi e nell’ottobre 1949 cominciò a registrare il documentario radiofonico I barboni, che venne poi trasmesso il 12 maggio 1950, con un enorme successo di critica.

Nel 1966 Costa lavorò alla Domenica Sportiva coi colleghi Giorgio Boriani, Carlo Beccarelli, Nino Greco, Aldo De Martino e la collaborazione di Attilio Carosso.

Per i suoi lavori il giornalista vinse il Premio Saint Vincent con La Valle del Diavolo nel 1951 e con Gli Eremiti della Montagna nel 1957 e a Napoli nel 1954 ebbe il Premio Calliope per il documentario La via dei Miracoli, sul Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, dove Gabriele D’Annunzio ambientò il romanzo Trionfo della morte.

Il presidente Giuseppe Saragat, nel 1968, gli conferì l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana, mentre la Repubblica di San Marino gli aveva conferito l’onorificenza di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine di Sant’Agata nel 1966.

Roberto Costa morì nella sua casa di Milano il 30 maggio 1985.