Festeggiata il 25 novembre, santa Caterina d’Alessandria d’Egitto è una delle sante più note in Occidente, il cui culto era molto popolare durante il tardo Medioevo, onorata nel Santuario di Santa Caterina del Sacco, sulla riva lombarda del Lago Maggiore.

La leggenda narra che Caterina fosse una fanciulla di rara bellezza e che in Alessandria si dedicò allo studio della filosofia e delle arti liberali.

Dopo la morte del padre, la giovane si convertì al cristianesimo, rifiutandosi di offrire sacrifici agli idoli pagani, ma l’imperatore Massenzio, affascinato dalla sua bellezza, la sottopose a una disputa con i più saggi filosofi dell’Egitto, che poi si convertirono.

Furioso per l’esito della disputa, Massenzio offrì a Caterina la salvezza a condizione che rinunciasse alla sua religione, ma la giovane rifiutò e venne imprigionata senza cibo né acqua per dodici giorni. Durante la prigionia Caterina ricevette però la visita inattesa dell’imperatrice, accompagnata da Porfirio, capitano della guardia imperiale, la santa li convertì entrambi al cristianesimo, seguiti da duecento soldati di Porfirio.

Massenzio, allora la sottopose alla tortura della duplice ruota dentata, ma un angelo del Signore spezzò il congegno con una spada, così l’imperatore ordinò che Caterina fosse decapitata.

Una volta giunta sul luogo dell’esecuzione, Caterina chiese a Dio che il suo corpo venisse sepolto e non smembrato in reliquie e che chiunque avesse pregato il Signore per suo tramite, vedesse esaudita la sua richiesta.

La fanciulla venne pertanto decapitata e gli angeli trasportarono il suo corpo nel monastero del Monte Sinai, dove dalla sua tomba cominciarono a sgorgare latte e olio che guarivano da molte malattie.

Verso la metà dell’XI secolo le reliquie furono trasferite a Rouen dal santo monaco sinaita Simeone e deposte nell’abbazia benedettina della Santissima Trinità, che poi prese il nome della santa.

Santa Caterina d’Alessandria in Italia è patrona di Abbasanta, Ali (provincia di Messina), Bazzini Casanova (comune di Bardi), Brissogne, Castellino di Moncalvo, Collegnago (comune di Fivizzano, Massa Carrara), Comunanza, Deruta, Dorgali, Ferrara di Monte Baldo, Guastalla, Locri, Mores, Mongrassano (Cosenza) Orciano di Pesaro, Paceco, Rovereto sulla Secchia (comune di Novi di Modena), San Giovanni Ilarione, San Pietro Clarenza (comune di Catania), Santa Caterina dello Ionio, Santa Caterina di Lusiana, Santa Caterina Villarmosa, Santa Caterina (Nardò), Scandiano, Sluderno, Stanghella, Viggianello, Caprioli di Pisciotta ed è festeggiata anche a Novi Ligure, a Rivoli e a Cortemilia.

Santa Caterina è compatrona, con San Michele Arcangelo, di Grammichele (Catania) e con San Marco Evangelista del comune di Cellino San Marco (Brindisi) dove da secoli nel giorno della sua festa si svolge una grande fiera conosciuta come La fera te lu cappottu.

Nei secoli, santa Caterina divenne la patrona delle ragazze che desideravano sposarsi e, dall’Ottocento, delle apprendiste sarte che in suo onore furono chiamate in Francia cathérinettes e in Italia caterinette.

A Torino, che fino all’ultima guerra mondiale era la capitale della moda italiana, la sera della sua festa, le caterinette organizzavano un veglione, dove erano invitati gli studenti universitari, anch’essi protetti dalla santa.

Inoltre a Forlì, nel giorno della festa, un tempo si vendevano bambole di cencio dette catarene, mentre in Valtellina sono accesi grandi falò in ricordo del rogo dove furono gettati i filosofi alessandrini vinti dalla sapienza di Caterina.