
Scoprire Cannero, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, in una giornata di marzo, con il sole appena velato dalle nuvole, il lago solcato dalle piccole vele e le montagne in lontananza ancora coperte di neve.
Davvero accattivante, soprattutto nel mese di marzo, quando il piccolo borgo per due settimane è il cuore della Festa degli agrumi, dedicata a quei frutti, come l’arancio e il limone, che crescono in questa incantevole zona mediterranea.
E’ qualcosa da provare, passeggiare tra giardini e strade, fino al lungolago, ricchi di piante appena coltivate, che col loro meraviglioso profumo portano il fascino della primavera e la promessa dell’estate.
Ma Cannero non è solo agrumi, ha una storia che parte da molto lontano, con un documento di cessione d’immobili del 985, con cui il vescovo di Novara e feudatario Aupaldo donò ai canonici della cattedrale novarese il feudo di Canore (poi Cannero) sul Lago Maggiore e la frazione di Oggiogno, insieme alle loro terre.
Dagli inizi del XIV secolo Cannero divenne parte del Ducato di Milano e ne pagò anche le conseguenze quando, nel 1524, gli Sforza distrussero il paese rimasto fedele ai Visconti.
Nel 1530 la Lombardia venne assoggettata alla Spagna e Cannero ne seguì le sorti, fino a quando, verso il 1722, non venne annessa all’Impero Austro – Ungarico.
Nel 1743 il trattato di Worms portò Cannero a diventare parte del Regno di Sardegna, mentre intorno al 1797 la cittadina fu annessa alla Repubblica Cisalpina, per poi in piena Restaurazione tornare ai Savoia.
Durante il Risorgimento Massimo D’Azeglio e Laura Solera Mantegazza scelsero Cannero come la loro residenza estiva, mentre nel 1862 Garibaldi passò da lì per arrivare ad Arona.
La maggior attrattiva del paese sono i Castelli di Cannero, considerati uno dei simboli del Lago Maggiore.
Adesso ruderi affascinanti, ricordati da scrittori e rielaborarti da incisori e pittori, i Castelli sono un patrimonio comune di Italia e Svizzera.
I due isolotti nel corso della loro storia hanno richiamato persone desiderose sia di trovarvi sicurezza, sia con l’ambizione di farne una rocca imprendibile, dai cinque fratelli cannobiesi Mazzarditi, che nel XV secolo si servirono del castello Malapaga come base per le loro scorribande criminose fino a arrivare ai Borromeo, che nel 1519 v’insediarono la fortezza-residenza detta la “Vitaliana”.
Attualmente sono visibili solo i ruderi della Vitaliana, mentre non resta più nulla del castello di Malapaga.
Passeggiando nelle antiche stradine lastricate di ciottoli si possono ammirare il Palazzo della Ragione, del XII secolo, la Torre del Comune, la Casa dei Pironi, edificata nel ‘400, il cinquecentesco Santuario sul lago e la Collegiata di San Vittore risalente al ‘700, la cui facciata fu edificata nel 1842.
Presso la frazione di Traffiume si può ammirare un imperdibile spettacolo della natura, l’Orrido di Sant’Anna, una cascata spumeggiante, scavata nelle rocce direttamente dalle acque del torrente Cannobino, nei pressi si trova una chiesetta edificata nel 1665 consacrata alla Santa.
Con una piacevole escursione, che va dal Lungolago fino a arrivare sulla strada per Cannero, si arriva nel paesino di Carmine Superiore, solitario su di uno sperone di roccia a strapiombo sul lago, dove venne edificata dal 1334 al 1431 la Chiesa di San Gottardo.