Coldiretti, per l’emergenza inquinamento nelle principali città italiane, come Padova fra i capoluoghi, ha ricordato che le piante e i boschi contribuiscono a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’aria, ad abbassare la temperatura e a bloccare la diffusione delle polveri sottili.

Una delle soluzioni per ridurre la produzione di anidride carbonica è piantare più alberi, in città e in campagna, lungo le strade più trafficate e a ridosso di zone residenziali e produttive.

A Padova e provincia la qualità dell’aria è davvero problematica per molte settimane sia in prossimità del capoluogo che di altri centri della provincia.

Ma dall’aumento della superficie boschiva, attraverso la messa a dimora di piante da parte di agricoltori pronti a intraprendere quest’attività, possono nascere delle oasi verdi e fasce di protezione dall’inquinamento.

A Padova e anche nel Pavese c’è una coltivazione che potrebbe dare una risposta a questa necessità, quella della paulownia, una pianta ad alto fusto e a crescita accelerata, dalla quale si ricava anche dell’ottimo legno.

Ogni ettaro di paulonia è in grado di assorbire dalle 28 alle 32 tonnellate di anidride carbonica all’anno, cioè consuma dai 32 ai 36 chilogrammi di CO2 ogni dodici mesi, con la possibilità di ricavare un legno leggerissimo e resistente ed elastico dopo cinque-sei anni.

Una volta tagliata la pianta riprende a crescere, fino ad arrivare anche a cinque-sei cicli, senza dover ricorre a trattamenti chimici.

Come ha dichiarato Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova, inumerosi e grandi fiori di questa pianta dal terzo anno possono contribuire a produrre fino a 5 quintali di miele per ettaro, con beneficio per le api che si trovano in un ambiente non contaminato perché questa pianta non richiede trattamenti fitosanitari.

A questo si aggiunge la capacità delle piante di assorbire molta anidride carbonica fin dai primi mesi di vita, grazie alle gigantesche foglie che possono arrivare a misurare ben 80 centimetri. Attualmente in Veneto la paulownia viene coltivata su una superficie di poco più di 200 ettari, di cui 50 a Padova, ma le potenzialità per far crescere la filiera ci sono tutte, se le aziende vengono adeguatamente sostenute a livello finanziario, come per le altre coltivazioni, attraverso incentivi ad hoc per incrementarne la produzione.