Raffaele Crovi nacque a Calderara di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, il 18 aprile 1934. Visse la sua infanzia a Cola, in provincia di Reggio Emilia, dove i genitori erano ambulanti.

Dopo gli studi medi, ginnasiali e liceali a Correggio, nel 1952 si trasferì a Milano, dove dal 1966 cominciò la sua attività come scrittore, produttore editoriale e audiovisivo.

Nel 1978-1980 fu il direttore editoriale della Rusconi Libri e nel 1981-1983 il direttore editoriale del gruppo Bompiani-Sonzogno-Etas-Fabbri Libri, poi nel 1984 fondò la casa editrice Camunia che nel 1994 venne inserita nel Gruppo Editoriale Giunti, in cui Crovi divenne l’assistente generale.

Crovi cominciò la sua attività letteraria con sei libri di poesie, La casa dell’infanzia (1956), L’inverno (1959), Fariseo e publicano (1968), Elogio del disertore (1973), Genesi (1974), L’utopia del Natale (1982) ricche di elementi autobiografici, che nell’insieme compongono un racconto di vita personale e familiare, per un breviario di vita quotidiana che medita sull’ambiguità individuale.

I primi cinque romanzi di Crovi sono tutte vicende di alienazione sociale, Carnevale a Milano (1959) su un gruppo di giovani spaesati nel benessere milanese degli anni Cinquanta, Il franco tiratore (1968) con le strategie immorali di un gruppo di politici che smaniano per il potere, La corsa del topo (1970) sulla dissipazione economica della società attraverso la crisi di una famiglia d’industriali, Il mondo nudo (1975) sull’apocalisse provocata dalla violenza tecnologico-militare e Ladro di ferragosto (1984) sulla nevrosi di un intellettuale prigioniero della solitudine.

Emblematici della ricerca di Crovi sono la fiaba Fuori del paradiso (1982), SU Adamo ed Eva che lasciano l’Eden per sperimentare la creatività, e il racconto La convivenza (1985) una biografia immaginaria del primo Adamo della civiltà postatomica.

I suoi veri capolavori cominciano con Le parole del padre (1991) la storia di un dialogo tra padre e figlio e di una piccola comunità contadina, tra un’Italia paesana d’anteguerra e l’Italia urbana del secondo dopoguerra.

La valle dei cavalieri (1993) che vinse il Premio Campiello, racconta un secolo di storia italiana, dal disastro coloniale di Dogali, nel 1887, agli anni di piombo, nella vita di Lino Lodi, un garzone diventato bovaro e poi boscaiolo e via via mediatore di cavalli, infermiere, maestro e deputato.

La terra dei monti e colline di campi e boschi dove Lino ha le sue radici è lo spicchio d’Appennino, in provincia di Reggio Emilia, detto la Valle dei Cavalieri.

In Appennino (2003) i due fratelli Fabio, avvocato e scrittore, Aldo, pittore, e musicista dilettante, in un anno raccontano vari destini che s’incrociano, si sfiorano, si scontrano.

L’ultimo romanzo è Cameo (2006) su Nando Mortara, battezzato, ma figlio di ebrei deportati ad Auschwitz, che racconta la storia di una comunità ebraica e descrive i suoi incontri con il disagio mentale, come testimone delle sofferenze dell’emarginazione, si confronta con disadattati e handicappati e resta curioso sul rapporto tra uomini e animali, trasformando vicende drammatiche in favole ironiche.

Raffaele Crovi morì a Milano il 30 agosto 2007.