Il debutto dei giochi moderni, con la bandiera con cinque cerchi…

Terminata la prima guerra mondiale, nel Congresso del 1919 il CIO decise di assegnare i Giochi a uno dei paesi più martoriati dal conflitto, il Belgio, con la città di Anversa.

I problemi economici e la devastazione delle maggiori città d’Europa imposero un’organizzazione semplice e concreta, così le strutture per gli atleti, gli impianti e le cerimonie vennero preparate con estrema sobrietà.

Fra le novità ci fu la prima apparizione della bandiera a cinque cerchi, disegnata personalmente da Pierre de Coubertin, il giuramento ufficiale degli atleti, che si ripete nella cerimonia di apertura di ogni Olimpiade, e il riconoscimento ufficiale del CIO per la partecipazione delle donne.

L’inaugurazione si tenne il 23 aprile presso il Kielstadion, costruito appositamente per i giochi, con 29 paesi in gara e un numero di concorrenti diviso in 2664 atleti, di cui 177 donne, per 155 gare in 25 discipline.

Ancora una volta furono gli Stati Uniti a portare a casa più medaglie, 95, contro le 64 della Svezia e le 44 della Gran Bretagna, ma la sorpresa dell’edizione fu senza dubbio la Finlandia, che dopo la figura di quattro anni prima in Svezia, si ripeté in Belgio conquistando 34 medaglie, di cui 15 ori, con il ventitreenne Paavo Nurmi, uno dei migliori atleti della storia.

I belgi invece fecero bene negli sport di squadra, conquistando l’oro nel calcio, con 2-0 alla Cecoslovacchia e l’argento nella pallanuoto in una grande finale con la Gran Bretagna, mentre la finale di rugby vide gli Stati Uniti imporsi sulla Francia con un perentorio 8-0.

Anche l’Italia fece un’ottima Olimpiade, chiudendo il viaggio in Belgio con 23 medaglie, di cui 13 ori, 5 argenti e 5 bronzi.

Fu meravigliosa la prestazione di Ugo Frigerio, che nella marcia fece registrare una storica doppietta nella 3 km e nella 10 km.

Oltre alle medaglie conquistate nell’atletica leggera, fu ancora una volta nella scherma che gli azzurri si affermarono come dominatori con il livornese Nedo Nadi, oro individuale nel fioretto a Stoccolma.

Ad Anversa l’Italia vinse cinque dei sei eventi in programma, sempre con il grande Nadi, fioretto e sciabola individuali e tutte e tre le specialità nella gara a squadre.

Altre soddisfazioni giunsero dall’equitazione, con un oro a Tommaso Lequio di Assaba e l’argento ad Alessandro Valerio, dal canottaggio, con un oro nel due con e argento nel due di coppia e dal ciclismo, dove il team azzurro fu il più rapido nell’inseguimento a squadre.

Come in ogni edizione dei Giochi Olimpici, anche in quella del 1920 non mancarono episodi, ad esempio nella gara inaugurale di pallanuoto gli azzurri si ritirarono a causa dell’acqua gelida della piscina, ma ci fu anche lo sciopero della fame dei raccattapalle durante la partita di tennis fra lo statunitense Law e il greco Zerlentis, mentre il muratore americano John Brendan Kelly, con due ori nel canottaggio, nove anni dopo ebbe una figlia, Grace, stella di Hollywood e principessa di Monaco.

La VII Olimpiade dell’era moderna si chiuse il 12 settembre 1920 e si capi che i valori dello sport, contro tutto, avevano trionfato ancora una volta.