Le Olimpiadi del 1988 si tennero a Seul in Corea del Sud: una decisione azzardata, data l’assenza di rapporti diplomatici tra il Paese e oltre trenta nazioni.

Ma Seul riuscì a stupire per la sua organizzazione, inoltre il torneo di tennis tornò a far parte del programma olimpico e in Corea del Sud ci furono i migliori tennisti dell’epoca, poi venne introdotto il tennis da tavolo come omaggio al Paese ospitante, con una grande tradizione in questo sport, come tutte le nazioni asiatiche.

I Giochi partirono il 17 settembre con una cerimonia di apertura conclusa dal tedoforo Sohn Kee-Chung, settantaseienne, che, nel 1936, aveva vinto la maratona a Berlino, presentandosi con un nome giapponese, secondo le regole imposte dai tedeschi.

La gara più attesa dei Giochi fu la finale dei 100 m. dove si trovarono di fronte il figlio del vento Carl Lewis, campione uscente, e il canadese Ben Johnson, che aveva appena realizzato il nuovo record mondiale dei 100 portandolo a 9.83.

Nella finale Johnson balzò nettamente davanti a tutti già al momento di uscire dai blocchi di partenza e a metà gara lasciò tutti gli altri a un metro di distanza, mentre Lewis ebbe una partenza difficile che lo vide fuori dal podio.

Due giorni dopo però la gara arrivò la notizia che Ben Johnson era risultato positivo al test antidoping ed è stato squalificato, subendo la revoca dell’oro olimpico e del primato del mondo.

L’oro dei 100 metri passò quindi a Carl Lewis, che bissò la vittoria di quattro anni prima a Los Angeles, ma non ripeté il poker di successi, arrivando secondo nei 200 metri battuto dal connazionale Joe DeLoach, mentre si riconfermò medaglia d’oro nel salto in lungo.

Un altro mito dello sport, l’astista Sergey Bubka, vinse  l’oro saltando 5.90 metri.

La gara conclusiva dei Giochi, la maratona, vide la vittoria di Gelindo Bordin, campione europeo del 1986 a Stoccarda, che fu l’uomo della pianura, come disse il telecronista RAI Paolo Rosi, adatto a superare gli uomini degli altipiani.

La vittoria di Bordin salvò la spedizione azzurra ai Giochi, che concluse l’Olimpiade di Seul al decimo posto con 14 medaglie, 6 ori, 4 argenti e 4 bronzi.

Oltre a Gelindo Bordin, vinsero l’oro i fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale nel due con del canottaggio con il timoniere Di Capua e anche il terzo fratello Agostino vinse nel 4 di coppia, assieme a Poli, Tizzano e Farina.

Il quarto oro azzurro fu del pugile Giuseppe Parisi, nei pesi piuma, in una competizione a favore dei pugili di casa, di cui fece le spese Vincenzo Nardiello, sconfitto in un match dei quarti di finale dei medioleggeri, dominato contro un coreano, poi favorito dai giudici nella finale per l’oro.

Nella scherma ci fu solo l’oro di Stefano Cerioni, con l’argento conquistato dal fioretto femminile e i bronzi della squadra di sciabola maschile e di Giovanni Scalzo nella stessa specialità.

L’ultimo oro della spedizione azzurra è di Vincenzo Maenza, nella lotta greco romana, 48 Kg. Andarono malissimo il ciclismo e il calcio, con una sconfitta per 4-0 da parte della Zambia nel girone eliminatorio.

Tra le storie da raccontare dei Giochi, ci fu quella della tedesca dell’Est Christa Luding Rothenburger, vincitrice della medaglia di argento nella prova sprint dei 1000 m di ciclismo, dopo aver vinto l’oro pochi mesi prima a Calgary nelle Olimpiadi invernali nel pattinaggio su ghiaccio.

Nel tennis Steffi Graf vinse in finale con Gabriela Sabatini, completando un anno che la vide vincitrice del Grande Slam. Nel maschile invece vinse a sorpresa Miloslav Mecir.

Nel nuoto protagonisti furono Matt Biondi, capace di aggiudicarsi cinque medaglie d’oro neo 50 e 100 stile libero, 4X100 e 4X200 stile libero, 4X100 misti, una d’argento nei 100 farfalla e una di bronzo nei 200 stile libero e Kristin Otto, della Germania Est, vincitrice di sei ori.

Il medagliere vide alla fine la supremazia dell’Unione Sovietica con 132 medaglie, di cui 55 d’oro, al secondo posto la Germania Est con 102 medaglie e 37 ori e terzi gli Stati Uniti con 36 ori e 94 medaglie complessive.

I padroni di casa della Corea del Sud vinsero 12 ori e furono quarti nel medagliere, ma i loro successi nel pugilato, nella lotta e nel judo vennero duramente contestati con l’accusa nei confronti dei giudici di aver favorito i loro connazionali.