Dio del manga, com’è chiamato in Giappone, Osamu Tezuka ha dato una svolta al mondo del fumetto, giapponese e non solo, con i suoi indimenticabili personaggi…

Osamu Tezuka nacque a Osaka il 3 novembre 1928 e visse per gran parte della sua giovinezza nella cittadina di Takarazuka, scoprendo la passione per il disegno.

Terminate le scuole, s’iscrisse nel 1946 alla Facoltà di Medicina dell’Università di Osaka, dove si laureò nel 1952 prendendo la specializzazione nel 1961, senza esercitare mai la professione di medico.

Il suo debutto nel campo del fumetto, a soli diciotto anni, con la serie Il diario di Ma-chan.

Il lavoro successivo, La nuova isola del tesoro, lo impose all’attenzione del pubblico, soprattutto per l’utilizzo dell’inquadratura, in grado di imprimere al disegno una maggiore dinamicità rispetto ai manga di quel periodo.

Segui una trilogia dedicata alla storia a fumetti, con Lost Word (1948) Metropolis (1949) e Next Word (1951), che arrivarono a vendere più di 400.000 copie ciascuno.

Nel 1950 creò per il mensile Manga Shonen Kimba, il leone bianco, che anticipava le tematiche del Re leone disneyano, e un anno dopo fu la volta del suo personaggio più noto, Astroboy, ragazzino robot in un Giappone futuristico.

Tezuka nel 1954 su Shojo Club cominciò la serializzazione di La Principessa Zaffiro, il primo shojo manga, cui diede un seguito nel 1959 e che fu completamente rivisto per una nuova pubblicazione nel 1963.

Sempre in quell’anno iniziò la pubblicazione, che completò solo nel 1988, del suo lavoro più ambizioso, La Fenice, imponente affresco della storia dell’umanità e della ricerca della vita eterna con la storia dell’omonimo uccello mitologico.

Alla professione di mangaka, Tezuka affiancò presto quella di animatore, nel 1958 lavorò per la Toei Doga al lungometraggio animato Saijuki, poi nel giugno 1961 fondò la Tezuka Osamu Production, che dal 1963 divenne la Mushi Productions e la serie animata Astroboy fu tra le primissime serie animate della TV giapponese.

Nel 1965 Jungle Taitei era la prima serie animata a colori giapponese, mentre curiose sono la serie Space Patrol che utilizza pupazzi animati, trasmessa tra il 1963 e il 1965, e Vampire (1968 / 1969), che vede l’alternanza di disegni animati e attori.

Oltre alla produzione di animazione commerciale Tezuka lavoro anche a una parte più sperimentale, con l’utilizzo di tecniche non tradizionali, come Tales of the Street Corner, 1962, Memory, 1964, Pictures at an Exhibition, 1966, Jumping, 1984, vincitore del Grand Prix allo Zagreb International Animation Festival nel 1984, Grand Prix al primo Hiroshima International Animation Festival; Push, 1987, e The Legend of the Forest, 1987, che vinse il Premio CIFEJ allo Zagreb International Animation Festival.

La Mushi fall’ nel 1973 ma Tezuka ormai si stava dedicando alla Tezuka Pro, fondata a Tokyo nel 1971, mentre la produzione di fumetti continuò con Budda, scritto tra il 1972 e il 1983, una versione in chiave avventurosa della vita di Siddarta Gautama, il primo Budda.

Nel 1973 incominciò a disegnare Black Jack, una lunga serie su un abilissimo medico radiato dall’albo, che sembra cinico e venale ma in realtà è una figura tragica.

L’opera simbolo degli anni Ottanta è dubbio La storia dei tre Adolf, un inno alla tolleranza, pubblicata tra il 1983 e il 1985 sulla rivista Shukan bunshun e premiata con il Kodansha Manga award nel 1986.

Tezuka morì il 9 febbraio 1989, a 61 anni, lasciando incompiute le serie Ludwig B. (1987) e Neo Faust (1988).

Poco prima della sua morte, alcuni quotidiani nazionali avevano promosso una campagna a favore dell’assegnazione a Tezuka del premio Nobel per la Letteratura.

Nel 1994 la città di Osaka aprì un museo in sua memoria, dove ancora oggi si può rivivere ogni parte della sua vita e nel 1997 gli furono dedicati anche una serie di francobolli che lo ritraggono insieme alle sue opere di maggior successo.

Inoltre esiste un riconoscimento, l’Osamu Tezuka Culture Award, che viene conferito annualmente all’autore del migliore manga pubblicato, consistente in una statuetta raffigurante Astro Boy e un assegno di 2.000.000 Yen.