Uno dei gioielli della riva piemontese del Lago Maggiore.

Un famoso musicista ne fece la sua dimora, poi la villa vide anche l’atrocità della seconda guerra mondiale, divenne casa per bambini bisognosi, scuola e poi restaurata e rivalutata.

A Baveno, nei primi del Novecento, visse e lavorò per alcuni anni il compositore Umberto Giordano, che nella sontuosa Villa Fedora scrisse l’omonima opera, destinata a diventare un classico della lirica moderna.

Villa Fedora sorge lungo la strada statale del Sempione, affacciata sul lago, si trova proprio nel centro di Baveno, appena superato il ponte sul torrente Selva Spessa. Presenta una struttura con un corpo centrale a tre piani con due logge in stile dorico, sormontate da metope a grottesche su fondo azzurro.

E’ caratterizzata da un lussureggiante parco secolare all’inglese, che conta su un ricco patrimonio arboreo, formato da conifere querce, camelie, mimose, azalee, oltre che da diverse piante tropicali., aperta al pubblico nei mesi estivi.

La villa venne fatta costruire dal torinese Giacinto Mannati che ne prese possesso nel 1857, che a fine secolo la cedette poi a Giuseppe Ceretti.

A inizio Novecento la villa passò a un nuovo proprietario: l’imprenditore del ramo alberghiero Giuseppe Spatz, proprietario dell’Albergo Milano, oggi Grand Hotel et de Milan, in via Manzoni (ai tempi Corsia del Giardino), amante della musica lirica e ammiratore di Giuseppe Verdi, che proprio nel suo albergo visse gran parte della sua vita.

Lo Spatz, una volta preso possesso della villa la sottopose a un restyling e la ampliò, ne fece poi  dono al genero, il celebre musicista Umberto Giordano, che qui soggiornò tra il 1904 e il 1924 soggiornò il noto compositore, maestro de Verismo e autore, fra le altre opere, della Fedora (1898) e della Siberia (1903). E la villa prende proprio il nome dell’opera composta nel 1898.

I Giordano si trasferirono poi a Milano nel 1924. Termina così il periodo più lieto della dimora, che fu in seguito teatro di eventi spiacevoli, con imprevisti e tragici risvolti.

Dapprima fu sede dell’Istituto Politecnico di Londra mentre durante la Seconda Guerra Mondiale vi trovò rifugio Emil Serman e la sua famiglia che vennero trucidati dalle SS nel settembre del 1944.

Dopo la guerra, nella villa entrò l’Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell’Infanzia, che aveva il compito di provvedere all’assistenza delle gestanti, delle madri e dei bambini bisognosi.

Negli anni ´70 fu poi sede della scuola media di Baveno, e all’inizio degli anni ´80 venne acquistata dalla Camera di Commercio di Novara che iniziò un’opera di ristrutturazione per ridare alla zona di Verbania un bene artistico e culturale.

Con l’istituzione della nuova provincia del Verbano Cusio Ossola, nel 1992, la villa passò di proprietà alla Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola. Sede attuale della Camera di commercio, ospita ora anche alcuni uffici della stessa Amministrazione provinciale.

Nella stagione estiva ospita numerose manifestazioni culturali, artistiche, sportive. Il 21 luglio 2004, si è avuta l’intitolazione delle sale camerali a personaggi illustri che hanno soggiornato nel VCO, tra cui ovviamente Umberto Giordano.