Vittorio Emanuele III

Un re che vide la fine dell’Italia dei Savoia…

Vittorio Emanuele III nacque a Napoli l’11 novembre 1869, primogenito di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia.

Nei molti viaggi e soggiorni all’estero il giovane principe completò la sua educazione approfondendo materie giuridiche, politiche, amministrative e statistiche e il 24 ottobre 1896 a Roma sposò la principessa Elena, figlia di Re Nicola del Montenegro da cui ebbe Iolanda, Mafalda, Giovanna, Maria e Umberto.

Vittorio Emanuele III salì al trono dopo l’assassinio del padre Umberto I il 29 luglio 1900, poi appoggiò l’iniziativa coloniale intrapresa da Giovanni Giolitti con lo sbarco in Libia del 29 settembre 1911 e l’annessione delle isole egee del Dodecaneso del maggio 1912.

Con la pace di Losanna del 18 ottobre 1912 l’Impero Ottomano riconobbe all’Italia il possesso della Tripolitania e della Cirenaica.

Nella prima guerra mondiale Vittorio Emanuele fu spesso impegnato al fronte e alloggiava nel paese di Torreano di Martignacco, presso Villa Linussa.

Dopo la disfatta di Caporetto fra il 23 e il 24 ottobre 1917 il Re destituì Luigi Cadorna e al suo posto mise Armando Diaz.

La vittoria italiana del 1918 portò al ricongiungimento con l’Italia del Trentino e di Trieste, e all’annessione dell’Alto Adige, dell’Istria, di Zara e di alcune isole della Dalmazia, come Lagosta.

Dopo la guerra l’Italia entrò in una lunga crisi economica e politica e nel 1922, dopo le dimissioni del presidente del consiglio Luigi Facta, Vittorio Emanuele affidò a Benito Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo.

Nel’’aprile del 1924 le elezioni per il nuovo governo si svolsero tra gravi irregolarità e il deputato socialista Giacomo Matteotti, che le aveva denunciate, fu ucciso il 10 giugno 1924.

Il 3 gennaio 1925 Mussolini rivendicò la responsabilità dell’accaduto, dando inizio alla dittatura fascista, mentre il re non fece nulla per opporsi.

Dopo che il 9 maggio 1936 fu proclamato l’impero dell’Africa Orientale Italiana, Vittorio Emanuele III assunse il titolo di Imperatore d’Etiopia.

Nell’aprile 1939 fu conquistata l’Albania e il re, scettico sull’opportunità dell’impresa, fu proclamato Re dell’Albania.

Vittorio Emanuele, con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, vide con preoccupazione l’evolversi della situazione militare e la sconfitta dell’esercito nella seconda battaglia di El Alamein del 4 novembre 1942 portò nel giro di pochi mesi, all’abbandono dell’Africa.

Il Gran Consiglio del Fascismo, il 25 luglio 1943, votò Mussolini e Vittorio Emanuele lo fece arrestare, nominando al suo posto Pietro Badoglio, che l’8 settembre firmò un armistizio con gli Alleati.

Con l’esercito pressato dalle unità tedesche, inviate in Italia all’indomani della caduta di Mussolini, il re fuggì da Roma, imbarcandosi per Brindisi, dove venne fissata la sede del governo, poi il 13 ottobre dichiarò guerra alla Germania.

Dopo il 25 aprile 1945, ormai screditato per l’appoggio fornito a Mussolini, il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto II di Savoia.

Solo un mese dopo, il 2 giugno 1946, un referendum istituzionale pose fine alla monarchia a favore della Repubblica.

Vittorio Emanuele, con il titolo di Conte di Pollenzo, si ritirò ad Alessandria d’Egitto, dove morì il 28 dicembre 1947.